I’imprenditore italiano Andrea Costantino è in carcere da 11 mesi a Dubai senza che vengano rilasciate prove: ma Di Maio dorme?

Oggi ci sarebbe dovuta essere un’udienza del processo che vede il manager italiano Andrea Costantino accusato di un reato che ancora nessuno conosce. Che lo costringe da quasi 11 mesi nel carcere di Al Whatba, ad Abu Dhabi, lontano migliaia di chilometri dalla moglie e dalla figlia di 4 anni.

“L’udienza è stata rinviata perché i tre testimoni dell’accusa, che sarebbero dovuti intervenire in questa occasione (funzionari della Sicurezza Nazionale, della Banca Centrale e del laboratorio che ha condotto le indagini sul cellulare del connazionale) non si sono presentati”. Dall’ambasciata è stato oggi comunicato alla moglie che saranno chiamati a intervenire nella prossima udienza, fissata per il 23 febbraio.

“Non so più che fare – dice la moglie di Andrea Costantino – non so più cosa dire alla mia bambina. Vado avanti a Xanax e non so quanto potrò reggere ancora. Non esiste un fascicolo, o almeno non è mai stato mostrato al nostro avvocato, non esiste margine di speranza. Nessuno che risponda alle mie lettere, alle mie suppliche”. Stefania Giudice torna a fare un nuovo, disperato appello all’Adnkronos dopo che anche l’udienza fissata per oggi è finita in un nulla di fatto. Suo marito Andrea Costantino è stato arrestato “senza alcun mandato né spiegazione”, dice, il 21 marzo 2021 “portato via sotto ai miei occhi da poliziotti in borghese dall’hotel dove soggiornavamo per una breve vacanza di famiglia. Da allora – prosegue – lo posso sentire 10 minuti a settimana, divisi in due giorni con un messaggio in arabo in mezzo lungo un minuto. Non posso vederlo e, senza avere la possibilità di accedere agli atti non possiamo nemmeno predisporre una difesa”.

“Dopo un silenzio lungo oltre 8 mesi, a novembre scorso, e solo grazie alle missioni di Alte Cariche dello Stato, dalla Presidente della Commissione Difesa del Senato, alla Vice Ministra degli Esteri, allo stesso Ministro degli Esteri, che hanno sollevato la vicenda di Andrea con i propri omologhi emiratini – racconta ancora la moglie di Costantino – il legale emiratino patrocinante la causa di Andrea è stato invitato a fargli visita in carcere, fatto a lui finora negato nonostante il mandato difensivo gli fosse stato conferito già dal precedente mese di maggio 2021”.

“Una breve visita, senza conoscere le motivazioni della detenzione e i reati a lui imputati, fatto salvo per ‘rumors’ riportati da Andrea stesso – sottolinea Stefania – che riallacciano i sospetti alla base del suo arresto in due vendite di gasolio da lui fatte negli anni 2015 e 2016 a favore di una società Yemenita. Attività commerciale legalmente esercitata da Andrea attraverso la sua società Eidon Global Fze, titolare di licenza per il trading di Oil and Gas, e preventivamente autorizzata dal Governo Emiratino che, al secolo, rilasciò i necessarie permessi alle stesse vendite. L’illusione che finalmente qualcosa si stesse muovendo si è presto rivelata l’ennesimo fuoco di paglia. Sempre nel totale silenzio delle reali motivazioni della sua carcerazione, Andrea è stato rinviato a giudizio”.

Sulla base di contestazioni che sembrano non esser mai state ufficializzate, men che meno comunicate all’avvocato. “Nel frattempo Andrea langue in un buco emiratino – si dispera la moglie – ha perso oltre 30 chili, è moralmente depresso, non ha diritto ad alcuna ora di aria, teme per la sua incolumità e la sua salute fisica e mentale. Ha potuto incontrare il suo avvocato una sola volta a novembre (nonostante il mandato gli sia stato dato a maggio e la procura firmata da Andrea a settembre) solo perchè il Ministro degli esteri emiratino ha chiamato l’avvocato invitandolo ad andare in fretta in carcere ad Abu Dhabi. Le istituzioni mi dicono che lavorano ma dopo 1 anno non si vede alcun risultato. Il 25 gennaio scorso è stata pubblicata la risposta all’interrogazione parlamentare presentata da Andrea Delmastro di FdI, una cronistoria frettolosa e niente di fatto. Mentre la nostra vita va in frantumi”.

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