I pagliacci del M5S vanno all’attacco: “Via il veto del doppio mandato”. Ed è bufera

Sta per crollare anche uno degli ultimi pilastri storici del Movimento 5 Stelle, che ora si prepara all’ennesimo dietrofront e a tradire quelli che erano i principi radicali e irremovibili. Quegli stessi ideali che – a detta dei grillini – erano capisaldi in grado di costituire un’immagine “unica e pura” dei pentastellati.

Peccato però che ora la strada sia ben avviata verso altri due ripensamenti, che potrebbero essere messi in atto addirittura in contemporanea: i gialli sono praticamente pronti a rivedere il doppiomandato e la possibilità delle alleanze a livello locale.

Su Il Blog delle Stelle è stato annunciato che dalle ore 12.00 di giovedì 13 agosto alle ore 12.00 di venerdì 14 agosto 2020 – mediante la piattaforma Rousseau – si voterà a livello nazionale su due quesiti: il primo relativo alla modifica del mandato zero per i consiglieri comunali; l’altro riguarderà le alleanze delle liste del M5S a livello comunale con i partiti tradizionali. Vito Crimi ha spiegato che si tratta di due tappe fondamentali facenti parte del percorso di “crescita e maturazione” accompagnato da “ascolto e condivisione delle realtà locali” con l’obiettivo principale di “adeguarsi alle esigenze provenienti dalle comunità e dai territori”.

Tra le molteplici tematiche più sentite vi è sempre stata quella del numero dei mandati elettorali, con particolare riferimento a quelli svolti dai consiglieri comunali.

Il capo politico dei 5 Stelle ha messo subito le mani avanti: un eventuale cambiamento non sarà da intendersi come una deroga o passo indietro sui principi storici, “ma il riconoscimento di una realtà di fatto, che può aiutarci a crescere, maturare e migliorarci”.

Le difficoltà dei grillini a livello locale continua, soprattutto in occasione delle elezioni Amministrative: ecco perché potrebbe arrivare una vera e propria rivoluzione qualora gli iscritti dovessero dare il via libera ad allearsi non soltanto con le liste civiche ma anche con il Partito democratico: “In questi Comuni, in un caso il candidato sindaco potrebbe essere un candidato del Movimento 5 Stelle, mentre negli altri sarebbe un candidato civico espressione della coalizione”.

Eppure Luigi Di Maio il 31 dicembre 2018 aveva postato sui propri profili social una promessa chiara e senza libere interpretazioni: “La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest’anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l’alternanza delle stagioni”.

Nel 2017 Beppe Grillo aveva assicurato: “Non abbiamo intenzione di cancellare nessuna delle regole fondanti del Movimento 5 Stelle”. Anche perché Gianroberto Casaleggio aveva sempre sostenuto che “ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli”. La stessa citazione è stata riportata su Facebook da Stefano Buffagni, sottosegretario allo Sviluppo economico.

È sotto gli occhi di tutti il malcontentogenerale della base grillina: la consultazione online ha scontentato non pochi esponenti del Movimento 5 Stelle. All’indomani dell’ok di Beppe Grillo alla ricandidatura del sindaco di Roma Virginia Raggi, questo appare come un “escamotage” che consentirebbe alla Raggi di correre ancora per il Campidoglio senza andare a intaccare la regola del tetto dei due mandati per i parlamentari.

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