I maniaci del fascistometro e del pessimismo non frenano l’avanzata di Giorgia Meloni, che vola al 25% nei sondaggi

Una crescita di oltre un punto, secondo il consueto sondaggio Swg del lunedì su La7, per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia che balzano al 25%. Un ottimo risultato, in una sola settimana. Non sembra dunque che la campagna di demonizzazione che si sta consumando contro la leader di FdI abbia avuto esiti positivi per la sinistra, anzi sembra essersi rivelata un boomerang.

Tuttavia né il quotidiano di De Benedetti, Domani, né Repubblica intendono rinunciarvi e vanno avanti imperterriti sulla stessa strada. Il primo oggi si inventa un altro rischio per il Paese se dovesse vincere il centrodestra. E assistiamo alla riesumazione dell’associazione Libertà e Giustizia che fa un appello in difesa della Costituzione messa a rischio, secondo loro, da un’eventuale vittoria delle destre. “C’è  il timore ragionevole che alle prossime elezioni la destra possa prevalere – scrivono – una destra a trazione sovranista, che non ha mai preso le distanze dal fascismo, che fa della xenofobia un vero e proprio programma di governo e che ostenta politiche fiscali ed economiche che avrebbero come effetto quello di accentuare le diseguaglianze e appesantire il debito pubblico, già enorme”.

Repubblica non vuole certo essere da meno e resuscita il noto “barone nero” milanese, Roberto Jonghi Lavarini, quello dell’inchiesta di Fanpage. E’ Paolo Berizzi a incaricarsi di questo “scoop” che consiste in ciò: in una pasticceria di Milano la Meloni accettò un pacco di dolci offerti da “Roberto”, che sarebbe lui, l’innominabile. Ecco: questo è il livello di un articolo dal titolo iconico: “Voti e saluti romani. Quel filo mai reciso tra CasaPound e FdI“. Il filo mai reciso sarebbe l’invito, accettato, a Ignazio La Russa a partecipare alla festa nazionale del movimento delle tartarughe.

Potrebbe bastare così. Ma oggi il piatto è davvero ricco. Basta leggere Corrado Augias e il suo commento: esordisce dicendo che sarà una campagna elettorale violenta e piena di insulti, rammaricandosi ovviamente per le critiche al povero Brunetta. Ma quando parla degli avversari esce fuori l’artiglio, benché consunto dall’età. “L’astuta Giorgia Meloni – scrive Augias – parla di Europa però ama gli uomini forti alla Orbán, si tiene strette le squadre di picchiatori, il grossolano Salvini si fa ritrarre davanti a una parete gremita di rosari e Madonne, non proprio l’avvenire”. E giungendo infine al turno di Berlusconi gli dà tranquillamente del mafioso. Come se niente fosse: “Una foto di qualche giorno fa lo ritrae seduto su una poltrona di vimini, la mano sinistra che stringe (o è stretta) alla destra dell’ultima fidanzata. Lui nerovestito, lei (Marta Antonia Fascina, deputata al Parlamento!) bianca anche nel biondo dei capelli e nel colorito cereo, tutt’ intorno i cortigiani, intenti all’ascolto. Sembra un fotogramma del Padrino”.

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