I killer di Cerciello piangono lacrime di coccodrillo: “Siamo innocenti”. La vedova: “Hanno cercato di infangare Mario”

“Perché, perché non hanno voluto capire?”. È questo lo sfogo di Finnegan Lee Elder ai suoi difensori, gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra, a quanto apprendere l’Adnkronos,all’indomani della sentenza che ha condannato lui e l’amico Christian Gabriel Natale Hjorth all’ergastolo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

“Non si aspettava questa decisione” sottolinea il suo difensore dopo averlo incontrato oggi in carcere. “Non si arretra, si combatte, fino a che non troveremo un giudice interessato a capire cosa è successo” conclude Borzone, legale di Finnegan Lee Elder. “Sono sconvolto e lacerato dal doloreperché sono stato condannato per un fatto che non ho commesso” sostiene Gabriel Natale Hjorth in una dichiarazione all’Adnkronos tramite i suoi difensori gli avvocati Fabio Alonzi e Francesco Petrelli, all’indomani della sentenza di condanna all’ergastolo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega ucciso a Roma il 26 luglio del 2019. “Alla lettura della sentenza non riuscivo a credere a quello che stavo ascoltando e al terribile errore che si stava commettendo. In quel momento – prosegue Hjorth – avrei solo voluto gridare tutta la mia innocenza”.

“Con la sentenza di primo grado emessa dalla Corte di Assise di Roma dopo un lungo e doloroso processo di 43 udienze, oltre alla irrogazione della più grave delle condanne, quella dell’ergastolo, è stata riconosciuta l’assoluta correttezza dell’operato di Mario nel tentativo di assicurare alla giustizia i responsabili di una estorsione che ha avuto il suo epilogo nel suo efferato assassinio”, dice Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega.

“Nel corso di questo processo – aggiunge – ho dovuto assistere a biechi tentativi di ribaltare le responsabilità stravolgendo i fatti, facendo illazioni e fantasiose ipotesi, cercando di rappresentare una verità non coincidente con quella reale, infangando e denigrando senza vergogna a più riprese la memoria di Mario, tentando di ridurlo e svilirlo nonostante la sua morte ed il suo corpo martoriato parlassero senza lasciar dubbio alcun. Grazie al lavoro dei Giudici della Corte d’Assise, della Procura, degli avvocati e dei Carabinieri che con professionalità, correttezza e scrupolosità, senza farsi trasportare dall’emotività del momento, essendo anche quest’ultimi vittime dell’efferato delitto, è emersa la verità dei fatti e l’irreprensibile condotta di mio marito caduto nell’adempimento del dovere”.

“Mario era tutto per me. Un fratello vero, un amico e un punto di riferimento eccezionale. La sentenza sicuramente non può ridarmi mio fratello, ma mi aiuta nel vivere il mio profondo dolore perché è una sentenza giusta che rispecchia la gravità dei fatti e il modo barbaro e crudele in cui Mario ha perso la vita”. Così all’Adnkronos Paolo Cerciello Rega, fratello di Mario il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso il 26 luglio del 2019 a Roma, all’indomani della sentenza di condanna all’ergastolo per i due americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjort. “Grazie alla Corte d’Assise di Roma per l’intenso lavoro svolto anche durante i mesi di lockdowne grazie al mio avvocato Ester Molinaro e allo studio del professor Coppi per il modo in cui sono stati a mio fianco e si sono battuti – sottolinea – per difendere l’onore di mio fratello Mario, morto mentre era servizio del nostro Paese”.

“Colpiscono al cuore le parole commosse di Rosa Maria, compagna del vicebrigadiere Cerciello Rega, dopo la condanna all’ergastolo dei due americani per l’omicidio di Mario. Speriamo che gli assassini ora scontino la loro pena fino all’ultimo giorno, senza alcuno sconto. Giustizia per Mario”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, recatosi questa mattina sul luogo del delitto Cerciello Rega, in un video postato sui suoi social, ha esternato così il proprio cordoglio. “In questo angolo del quartiere Prati nel luglio del 2019 fu ucciso con 11 coltellate il vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. In queste ore i due balordi americani in cerca di droga e in preda alla droga sono stati condannati all’ergastolo. Nessuno restituirà il vice brigadiere alla sua compagna, alla sua famiglia, all’Arma dei Carabinieri ma possiamo dire che giustizia è fatta. Siamo qui per ricordarlo ancora una volta, nel luogo dove con ferocia fu ucciso e massacrato e per rendere onore a lui e a tutto il popolo in divisa che tutela la nostra libertà e la nostra sicurezza”.

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