I giochetti dei grillini stufano Draghi. Il voto o non voto su Rousseau, sembra una marchetta…

Mario Draghi ha terminato anche il secondo giro di consultazioni. E alla fine è rimasto zitto. Pare che la lista dei ministri sarà ultimata già venerdì e che in serata il “governo del presidente” potrebbe già giurare. 

Il premier incaricato non ha rilasciato dichiarazioni. Un silenzio che stride con la verbosità del suo predecessore Giuseppe Conte. Ma che ha anche un altro significato. E’ un segnale inequivocabile a Beppe Grillo che si attendeva una parola da Draghi per convincere i suoi prima del voto su Rousseau. Draghi invece non ha fatto concessioni sul ministero della Transizione ecologica chiesto dal M5S. O almeno non pubblicamente. E non ha esitato a dire alla delegazione M5S che il reddito di cittadinanza, così com’è, non va bene e sarà rimodulato.

Per questo Grillo e il reggente Vito Crimi l’hanno buttata sull’ecologia. Vantandosi di avere ottenuto il ministero per la Transizione ecologica che dovrebbe debuttare con il nuovo governo. Addirittura Crimi, scivolando nella comicità, ha asserito di essere stupito dal tasso di grillismo riscontrato nell’ex presidente della Bce.

Ma il premier incaricato sul ministero ecologico non ha dato il segnale che il M5S attendeva. Invece il segnale ricevuto è stato un altro e indicava insofferenza e irritazione. C’è tutto questo dietro il silenzio di Draghi, al quale certo non è sfuggito il vaffa day contro di lui organizzato online dai dissidenti pentastellati. In ogni caso in serata una telefonata ha sbloccato la situazione e il via libera al ministero voluto dai grillini, che accorpa Ambiente e Sviluppo economico, è stato dato per certo. Così Crimi ha sbloccato il voto su Rousseau che partirà domani mattina con un quesito specifico: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”.

A dare una mano a Grillo contro i dissidenti che non vogliono il governo Draghi è sceso in pista anche Giuseppe Conte. “Se fossi iscritto a Rousseau – dichiarava l’ex premier nel pomeriggio – voterei sì perché il Paese è in una situazione, in tale condizioni e con tali urgenze che comunque è bene ci sia un governo”. E a  chi gli chiede poi se nutra dei dubbi su un governo con una maggioranza variegata e con la Lega al suo interno, risponde: “C’è un presidente incaricato, aspetto a dare queste dichiarazioni, non sarebbe corretto”.

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