Gualtieri apre le braccia al Roma Pride e registra i “figli arcobaleno”. FdI: “Intervenga il prefetto”

«Ci rivolgeremo al prefetto di Roma, Lamberto Giannini, perché il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, è il primo che deve attenersi al rispetto delle leggi e non può stravolgerle per i propri convincimenti politici»: è durissimo Federico Rocca, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Trasparenza di Roma Capitale, sulla scelta del sindaco Gualtieri di effettuare la trascrizione dei primi due atti di nascita registrati all’estero, in violazione della legge e per strizzare l’occhio al Roma Pride.

Questa mattina il sindaco Gualtieri, alla presenza dell’assessore Andrea Catarci e della coordinatrice ufficio diritti Lgbt+ Marilena Grassadonia, ha proceduto alla trascrizione dei primi due atti di nascita esteri di figli di due mamme. Si tratta di un bambino nato in Francia con madri italiana e francese e di una bambina nata in Inghilterra, con una coppia di mamme italo-inglese. «Con questo atto si garantisce ai minori il riconoscimento della cittadinanza italiana con i relativi diritti e alle madri pieni doveri nei loro confronti», dichiara la giunta di centrosinistra. «L’amministrazione, con questo gesto concreto, ribadisce con forza di essere al fianco della comunità Lgbt+. Rendiamo tutti insieme Roma una città che non discrimina nessuno, sempre più aperta, accogliente, inclusiva, una vera Capitale dei diritti per tutte e per tutti”, ha detto il sindaco Roberto Gualtieri.

Lo scatto in avanti di Roma Capitale arriva da lontano, dallo scorso marzo, quando una circolare del Viminale alle prefetture bloccò le trascrizioni suscitando la sollevazione dei sindaci ‘disobbedienti‘ delle grandi città, tra cui Gualtieri stesso. La destra oppose un muro, convinta che le trascrizioni anagrafiche fossero un modo, di fatto, per sdoganare la pratica dell’utero in affitto.

«Gualtieri ignora Roma, ma si occupa di violare le leggi favorendo l’utero in affitto. Vergogna»: così su Twitter il vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia. Gli fa eco il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che osserva: «La decisione di oggi ha il sapore di un atto eversivo, costruito per far dimenticare le condizioni penose in cui versa la capitale, ombra di se stessa». Per l’esponente di FdI, «questo è un atto contra legem. L’ennesimo, appunto. Consegneremo al sindaco il Tapiro dell’illegalità».

La mossa del sindaco è chiara: cercare consensi nel mondo arcobaleno, non riuscendo ad averli come amministratore. In un’intervista radiofonica ha attaccato anche il governatore del Lazio, Francesco Rocca. «Ha sbagliato a non dare patrocinio al Roma Pride? ”Certo, è noto quello che penso – incalza il sindaco Pd – Trovo che il Pride sia una manifestazione importantissima, segno di apertura di Roma, in cui la comunità Lgbtq rivendica diritti, in cui tutti, anche chi non fa parte di quella comunità, credono in una città aperta, inclusiva che non discrimina nessuno. È una bellissima manifestazione e io ci sarò, come c’ero l’anno scorso, con grande gioia». Dei problemi della Capitale ne riparliamo lunedì. Forse.

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