Grillo riappare per rimproverare i suoi e blindare la sua consulenza d’oro: solo fottere

Si chiude il sipario su Beppe Grillo le luci si spengono e l’interesse nei confronti del padre (un tempo padrone) del Movimento 5 stelle cala. Come la sua influenza. Al solito hotel Forum, nel cuore pulsante di Roma, sembra andare in scena l’ultimo atto del comico ligure che ha convocato uno sparuto gruppo di parlamentari (compreso Giuseppe Conte) per effondere lo spirito. Il suo. L’occasione (ufficiale) è la presentazione del libro su pensioni e lavoro scritto dell’ormai uscente presidente dell’Inps Pasquale Tridico. In via ufficiosa, però, ci raccontano che Grillo sia arrivato nella Capitale anche e soprattutto per farsi vedere, per rammentare a Giuseppe Conte che lui, l’auto elevato, esiste ancora e che la figura del garante va tutelata. Protetta. Come? Economicamente ovviamente. Sul tavolo il rinnovo del contratto da circa 300 mila euro l’anno come consulente. Un rinnovo che, però, non sembra essere scontato e che slitta di giorno in giorno tanto da indispettire Grillo che, prima di ricevere i pochi ospiti nell’hotel da 444 euro a notte, ha incontrato il tesoriere del Movimento 5 stelle Claudio Cominardi. Così la terrazza dell’albergo a 4 stelle (con vista sui Fori Imperiali) un tempo teatro di importanti incontri e scelte politiche che hanno influito sulla vita del nostro Paese si è trasformata nell’ultimo palcoscenico di Beppe Grillo.

Prima i convenevoli, qualche applauso poco rumoroso, poi il monologo. Sempre lo stesso, vecchio di trent’anni. Lo ascoltiamo origliando da lontano, la voce è inconfondibile e si sente chiaramente: «Bisogna avere coraggio ragazzi, coraggio!» dice ai pochi presenti mentre i camerieri in gilet nero e papillon preparano gli stuzzichini. Dispensa consigli (non richiesti) e avverte i parlamentari: «Uscite fuori!» Francesco Silvestri capogruppo alla Camera, visibilmente indispettito, ci dice: «A dire il vero noi usciamo dal palazzo, è giusto portare le battaglie anche fuori ma già lo facciamo». Bocconi amari per Giuseppe Conte (ormai leader massimo del Movimento) costretto ad ascoltare silente per più di 40 minuti le parole di Grillo che non si è risparmiato: «Lì dentro (il riferimento è al Parlamento ndr) non contiamo più niente! Non possiamo parlare ancora delle sfiducie, della soglia di sbarramento al 5%, della Costituzione che ormai è comprensibile a pochi. Non la capisce più nessuno! Dobbiamo parlare alla gente, per strada. Uscite, andate fuori!». Nessun applauso. Scatta, invece, quando Beppe Grillo rilancia il reddito universale, un tema a lui tanto caro. «Bisogna avere coraggio!», dice con convinzione ai suoi che sembrano più confusi che persuasi. «Bisogna avere il coraggio di fare un reddito universale per tutti! Il Covid ha stravolto le vite dei giovani, guardate cosa combinano in giro per il Paese, sono smarriti.
Bisogna agire! Lo ha fatto la Corea e i risultati sono straordinari». E attacca gli imprenditori italiani «dare i soldi ai padroni non serve a niente, migliora la vita solo degli imprenditori che si arricchiscono». E avverte: «Questo è il momento di fare, la gente che sta in giro senza lavoro è pericolosa». L’invito è quello del ritorno alle origini, ma la platea sembra non accoglierlo. E a chi gli chiede se parteciperà alla manifestazione del 17 giugno promossa da Conte risponde: «Ma lo capite che sono domande a cui io non riesco a dare risposte?». E sull’incontro di ieri?
«Lo vedete come siete invasivi?». Giuseppe Conte non parla ma chi gli è vicino sussurra «non è il classico Grillo al Forum» un modo per dire che il vento è cambiato. Sì, per Beppe Grillo che dovrà accontentarsi solo del sussidio. Altro che reddito universale.

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