Green pass, si pensa all’ennesima barzelletta: obbligo per cinema, treni e teatri ma non per bar e ristoranti

Green pass, quello che sta studiando il governo italiano non è il modello Macron ma un compromesso tra le misure adottate in Francia e il via libera completo alla vita sociale. Decisivo il sì di Forza Italia all’obbligo del lasciapassare anche se senza stringere troppo le maglie come ha fatto il presidente francese. La Lega ha fatto sapere che se ne può parlare ma non per bar e ristoranti. No secco di Fratelli d’Italia, invece, al modello Macron.

Dunque si cerca un compromesso: un uso più esteso del pass, da rilasciare a ciclo vaccinale completato e da utilizzare – come scrive La Stampa in un retroscena – per salire sugli aerei e sui treni a media e lunga percorrenza, lasciando perdere il trasporto regionale e quello locale. Bus, metro, treni e pullman locali per intenderci. Il Green Pass potrebbe alla fine essere richiesto anche per sedersi al cinema, a teatro o in una sala da concerto. Anche perché già oggi lo si deve mostrare per partecipare a spettacoli ed eventi sportivi per i quali è consentito di superare i limiti di 500 spettatori al chiuso e mille all’aperto, ferma restando la capienza massima del 25% dei posti disponibili.

Bar e ristoranti, dunque, resterebbero ad ingresso libero. Si discute anche di come valutare il passaggio alla zona gialla. Infatti se all’aumento dei contagi non corrisponde un aumento di ricoveri e terapie intensive perché tornare alle restrizioni? “Ecco allora farsi largo un’idea alternativa – scrive La Stampa – far decidere il passaggio in giallo all’incidenza dei casi, ma «pesata» in funzione della quota di over 60 vaccinati. Che è poi come dire che si inizia a chiudere se si presume che l’aumento dei contagi possa poi comportare un incremento anche dei ricoveri. Il tutto con un altro correttivo: mandare in giallo le Regioni che provano a barare sui contagi facendo meno di 150 tamponi al giorno ogni 100 mila abitanti”.

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