Green pass, ma realmente serve a qualcosa? Speranza & Co. giocano con le parole e le sparano grosse..

Scudo protettivo,  premio, punizione. Se chiediamo agli esperti a cosa sia servito, a cosa serva  e a cosa servirà ancora il Green pass dal punto di vista sanitario ci cadono le braccia. Si recita a soggetto, per ognuno la carta verde serve a qualcosa di diverso. Sembra un quiz dell’indimentibabile Mike Bongiorno: “Vuole la uno, la due o la tre? Fino alla “supercazzola” di Walter Ricciardi. Da rimanere allibiti. Cogliamo fior da fiore.Fabio Ciciliano del Cts nell’intervista al Correre della Seraha dichiarato, in fondo che si tratta di un certificato che attesti le divisioni in buoni e cattivi.

«Stanno ormai diventando sempre più numerose e prevalenti le certificazioni verdi senza scadenza; che non limitano in alcun modo la vita sociale dei cittadini muniti di booster. Si sta creando un solco netto tra chi può fare tutto e chi ha deciso di autolimitarsi». Nn sembra un discorso fondato su basi scientifiche. Anche se Omicron è oggettivamente più leggera, i contagi sono in picchiata, “l’obiettivo del governo è quello di garantire uno status da cittadino di serie A ai titolari di terza dose, relegando gli altri alla dimensione di paria”. E’ il commento di Daniele Capezzone su Libero. Quindi il Green pass equivarrebbe a un premio.

Non è finita qui: Ciciliano spiega che divieti e punizioni scattano per il bene dei non vaccinati: «Gli ultimi provvedimenti di sanità pubblica adottati vanno proprio nella direzione della tutela dei soggetti non vaccinati: poiché sono proprio i cittadini privi di ogni protezione esposti al pericolo di finire in terapia intensiva, e, purtroppo, di morire». Due funzioni ha il green pass per l’esperto: premio e scudo protettivo per i non vaccinati, un’opera a fin di bene.

Un’altra perla di saggezza arriva da Sergio Abrignani, altro membro del Cts, che disse: «Da tecnico sono per l’introduzione dell’obbligo vaccinale e del green pass in tutte le situazioni di vita di comunità al chiuso. Meglio piuttosto un green pass “totalizzante”, che se non lo hai non entri da nessuna parte se non a casa tua». Anche in questo caso il merito del Green pass in funzione premiale. Sulla stessa linea anche Franco Locatelli: «L’obbligo lo manterrei per la fascia oltre i 50 anni anche dopo il 30 di giugno, non vedo la ratio di toglierlo. Allo stesso modo manterrei la premialità associata al green pass: ha senso che resti anche oltre quella data».

E arriviamo al “super” esperto, Ricciardi. L’imbarazzo dell’esperto è raccontato “in diretta” da Francesco Borgonovo su la Vertià, in quanto ha a vuto la “fortuna” di misurarsi con lui nel corso de “L’aria che tira”.  Domanda al professore: quale sono le basi scientifiche che gli copnsntono di dire che Gree pass vuol dire sicurezza? Visto che Inghilterra e la Spagna, come noto, non hanno adottato misure restrittive come le nostre, eppure hanno meno morti di noi. Queste sono state le risposte:  «L’Inghilterra calcola i morti in un modo completamente diverso dal nostro: se li calcolasse nello stesso modo ne avrebbe il doppio». Replica spontanea. Se Ricciardi conosce a menadito il modello inglese, perché non suggerisce a Speranza di usare lo stesso sistema per compurtere i decessi? anche al tri virologi si stanno sgolando da tempo in tal senso.

Ricciardi non ha risposto sul punto, preferendo screditare il sistema inglese per giungere alla conclusione  cche in Inghilterra stanno peggio di noi. Rovesciando il discorso: “A sentire lui sembra che in Inghilterra siano nell’anticamera dell’inferno, eppure i dati sono abbastanza eloquenti. Se prendiamo quelli – internazionalmente riconosciuti (e tendenzialmente in calo) – della Johns Hopkins university (Worldometer), notiamo che il Regno Unito ha avuto 2.331 morti per milione di abitanti, noi invece ne abbiamo avuti 2.508”.

Non va meglio con la Spagna, Paese che non ha adottato il Green pass in modo severo come da noi. Niente da fare. Per Ricciardi “le due situazioni «non sono paragonabili. La Spagna il secondo anno ha fatto un errore magistrale. Per incentivare il turismo, ha aperto a turisti di tutto il mondo senza chiedere certificazioni di nessun tipo. Ma per l’esperto “la Spagna ha fatto molti errori. Non ha il green pass perché i tribunali lo hanno bocciato, ma se lo avesse avuto sarebbe più felice di quanto non lo sia oggi”. Affermazioni apodidittiche senza riscontri scientifici. Tirando le somme,dietro i  contorcimenti verbali e le “supercazzole” alla domanda medico-scientifica sull’utilità del Green pass gli esperti rispondono da non esperti. Mentre una risposta ora è d’obbligo. Orlami sono in molti studiosi ( come Maria Rita Gismondo su Adnkronos salute ) a dirlo chiaramente:  “Non esiste dal punto di vista scientifico alcuna motivazione perché il Green pass resti in essere”. Non è più il tempo delle mezze risposte.

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