Maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi ed Enrico Letta infuriato contro Salvini. L’antefatto si consuma nel pomeriggio nella commissione Affari sociali della Camera, che esamina il decreto legge introduttivo del GreenPass. La commissione boccia tutti gli emendamenti soppressivi dell’articolo 3. Ma, a sorpresa, tra i partiti che hanno votato per abolire il certificato verde e quindi contro la linea del governo, c’è anche la Lega. E tanto basta a scatenare la bagarre. A nulla vale la circostanza che a fare pollice verso in quella commissione è stato un leghista come Claudio Borghi, da sempre contrario. Per altro, era in sostituzione di un collega di partito assente. Per il Pdl’occasione è ghiotta e Letta non vuole sprecarla.
«È i-nac-cet-ta-bile», scandisce riferendosi all’asse in commissione tra Lega, FdI ed ex-M5S. «Cosa sarebbe successo se quegli emendamenti fossero passati?», chiede il segretario dem ai militanti che lo ascoltano alla Festa dell’Unità di Bologna. Le sue parole sembrano quasi un invito a Draghi a sbarcare Salvini. «Non è possibile – ha incalzato il segretario del Pd – che questo governo vada avanti con una situazione così schizofrenicaper quanto riguarda gli atteggiamenti della Lega». Per Letta il voto in commissione è anche l’occasione per ammiccare a Forza Italia, favorevole alla misura. «Continua – accusa – l’ambiguità delle forze politiche di destra con i No-vax, fatto di ammiccamenti e di strizzate d’occhio salvo poi scandalizzarsi quando ci sono le violenze».
«Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura – argomenta -, deve anche garantire tamponi rapidi e gratuiti per tutti. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile. Vediamo se Pd e 5Stelle voteranno a favore di questa nostra proposta in Commissione». E ancora: «Non si tratta di essere no-vax o no-green Pass – ho sia l’uno che l’altro – ma di aiutare milioni di italiani in difficoltà. Non tutti – conclude Salvini con una frecciata al partito di Letta – trovano 24mila euro in contanti nella cuccia del cane».