Governo, Gaetano Daniele: “Sono pronto a smascherare la sinistra: insulti e provocazioni? È una strategia che non si porta più. Ecco perché scompariranno”

By Gaetano Daniele

Quando ero più giovincello, non mi piacevano le provocazioni. Di solito a praticarle erano i bulli. Li vedevi sempre uniti da un unico intento: rompere i coglioni a chi studiava ed otteneva bei voti. Anche se io non ero un secchione. Non erano capaci, e sfogavano così le loro frustrazioni. Poi capitò un fatto. Uno di questi bulli, mentre ero intento ad espletare i mie bisogni fisiologici nei bagni della scuola, senza nessun motivo, mi versò addosso un bicchiere d’acqua. Gli chiese perché? Egli, 12enne come me, con un sorriso quasi macchiavellico, senza rispondermi, mi gettò un altro bicchiere d’acqua in faccia. Decisi di ricambiare. Ma il bambino mi disse che non potevo perché lui era il figlio del comandante dei carabinieri di Caivano. A me questa frase diede molto fastidio e gli spiegai a parole mie che siamo tutti uguali dinanzi agli occhi del signore. E che non si possono commettere scorrettezze sol perché si è il foglio del comandante. Infatti il bambino apprezzò’ molto il mio ragionamento anche se contrariamente al papà comandante andò di traverso. Non digeri il fatto che io spiegassi al figlio il mio punto di vista. E che doveva pensarci lui. Anche se fino all’episodio del bagno non è che aveva dimostrato di essere un buon padre. Ma in tutto ciò, ne uscì un buon proseguo. Di lì a poco il figlio del comandante ogni qual volta mi incrociava mi salutava dandomi la mano. Le provocazioni avvengono ovunque. Nei campi da calcio tra amici. Per non parlare delle tifoserie e della politica.

Da oltre dieci anni abbiamo al governo la sinistra (nonostante perda immancabilmente le elezioni, merito che ci tocca riconoscerle), eppure questa seguita ad attribuire alla destra la responsabilità di tutto ciò che non funziona in Italia, facendone un improbabile capro espiatorio a carattere permanente. Era sempre colpa di Silvio Berlusconi, perseguitato da media e magistratura, poi è stata sempre colpa di Matteo Salvini ed ora è sempre colpa di Giorgia Meloni, e ancora di più lo sarà a mano a mano che ci appropinquiamo alle votazioni della primavera 2023. Eppure Giorgia è colpevole di nulla, dal momento che se ne sta ferma e salda all’opposizione, attendendo pazientemente di vedere passare sul letto del fiume gli avversari, annegati nelle loro stesse schizofrenie, menzogne e incoerenze. Insomma, l’andazzo non muta: in questo Paese ci si lagna perché nessuno realizza quello che chiunque, stando al governo, potrebbe fare e si punta il dito sempre contro gli antagonisti per giustificare la propria inettitudine e le proprie inefficienze.

Continuiamo ad accogliere migliaia di sedicenti profughi, ma la colpa sarebbe del leader della Lega che pure li rispedirebbe volentieri a casa loro e non di chi non chiude risolutamente porte e porti a quella che assomiglia più ad una invasione, essendo compiuta massicciamente e nel disprezzo di ogni regola, che ad una legittima richiesta di asilo e protezione. Le nostre metropoli diventano sempre più insicure, pullulano di delinquenti, ma la colpa è della destra, che non vuole lo ius soli, e non della sinistra che spalanca le braccia agli extracomunitari e poi li getta sulla strada come fossero robaccia e non esseri umani, non lasciando loro altra via se non quella della devianza e della disperazione. Quanto ancora potrà reggere questo castello di frottole edificato da Pd e partiti affini? Resisterà per un’altra campagna elettorale? Non credo, io lo sento scricchiolare da un bel po’. Ormai è molto in voga non presentare più un programma, bensì una lista di improperi nei confronti degli sfidanti. Piovono le consuete accuse di razzismo, fascismo, sessismo, misoginia, omofobia e chi più ne ha più ne metta.

Che noia, che barba, che barba, che noia! Invitiamo caldamente la sinistra a cambiare registro poiché questo è vecchio e ci ha alquanto ammorbato. Il fascismo è defunto da una vita e prova ne è il fatto che nel marzo del 2018 i partiti di estrema destra non hanno beccato neppure lo 0,50% dei consensi. Inoltre, sessismo e misoginia sono più di sinistra che di destra, basti pensare che nei consigli regionali a prevalenza radical-chic le signore quasi non figurano, sono quattro gatte, a volte anche meno. I partiti di destra, dal canto loro, dimostrano di riporre molta fiducia nelle donne e di volere valorizzare il nostro capitale umano femminile, candidando ai vertici proprio delle promettenti politiche.

Eppure i progressisti non desistono, intendono persuaderci che i partiti di centro-destra rappresentino il male e che una loro eventuale e sempre meno remota vittoria possa segnare il tracollo dell’Italia, la morte della democrazia, la disgregazione della Unione Europea, il trionfo della tirannide, l’allargamento della guerra, la persecuzione degli omosessuali, la regressione del gentil sesso. Tutte balle. Nessuno come i cosiddetti democratici è avvezzo all’uso della censura, al soffocamento delle libertà inviolabili, allo spargimento di odio come tattica politica, alla colpevolizzazione della parte avversa per nascondere le proprie incolmabili lacune, all’attacco sgangherato come strategia per logorare e screditare il temuto nemico, alla presa di mira di chiunque manifesti un pensiero non appiattito sulla bibbia del politicamente corretto, alla derisione di chi ha il coraggio delle sue idee, quantunque non ordinarie. Ci auguriamo che la sinistra ci esponga i suoi obiettivi, ammesso che li abbia, senza fare di Berlusconi, Salvini e Meloni i propri bersagli quotidiani su cui scagliare cazzate a grappolo, che gli fanno soltanto il solletico…….

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