Giustizia, nell’occhio del ciclone i reati dei boss: la stretta di Nordio. Antoniozzi: “Con questo governo la mafia avrà vita dura”

Giustizia, maglie larghe su alcuni reati di mafia: Nordio pronto a intervenire ad hoc sulla riforma Cartabia. E Antoniozzi replica al M5S sulle affermazioni in merito delle ultime ore: «I cinquestelle tacciano dopo l’ok» dato alla riforma dell’esecutivo precedente. «La mafia con questo Governo avrà vita dura»… Sul tavolo del Guardasigilli, oltre alla riforma firmata dall’ultimo predecessore, c’è quella che ha in mente lo stesso ministro Nordio, annunciata in vari interventi istituzionali rilanciati dai media. Magistrati, politici e giornali amici delle Procure lo sanno bene, e trovano ogni pretesto per “ammonire” il ministro e lanciare messaggi mirati. Nel frattempo, il timing delle riforme procede. E mentre il dibattito infiamma la platea degli addetti ai lavori, come già annunciato in diversi servizi dal nostro quotidiano, a fine gennaio si comincia a entrare nel merito.

Un primo passo prevede che si cominci ad affrontare il reato di abuso d’ufficio, vero spauracchio di sindaci e assessori che, di fatto, si è trasformato in un blocca-firma. Con conseguente paralisi delle amministrazioni pubbliche. Un secondo step riguarda invece la prescrizione, su cui ha pasticciato non poco la ministra Cartabia nel tentativo di correggere l’impostazione di Bonafede, che l’aveva incredibilmente abolita. Storia a sé fa invece la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. Per attuarla occorre infatti modificare la Costituzione. Nordio non dispera: «Ritengo che in cinque anni, anche meno, si possa fare».

Intanto, il pressing di M5S. Procure. E il dibattito interno al governo, producono un primo effetto: la riforma firmata dall’ex Guardasigilli Marta Cartabia potrebbe venire cambiata con un decreto. «Servono interventi urgenti, anche di carattere normativo, dopo la recentissima segnalazione di talune criticità», recita una nota di Via Arenulasulla complessa riforma pilastro del Pnrr, «ma senza stravolgerne l’impianto». Il ministero della Giustizia «è già al lavoro per studiare ed elaborare gli interventi urgenti, anche di carattere normativo, che la recentissima segnalazione di talune criticità sembra rendere senz’altro opportuni», si legge nella nota.

Nota che poi aggiunge anche: «In particolare, sono in corso le valutazioni necessarie a riconsiderare alcune scelte di rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza. Altri interventi – chiarisce ulteriormente il Ministero – saranno preordinati a rendere più scorrevole l’applicazione di norme processuali. Ad esempio, in materia di presentazione dell’appello, sgombrandole da qualsiasi dubbio interpretativo».

Infine, un importante chiarificazione: «Non può essere dimenticato che le riforme processuali sono state oggetto di esame da parte della Commissione Europea. E ritenute, allo stato, idonee a garantire all’Italia le risorse indispensabili per la ripartenza. Con la conseguenza che ogni loro modifica non potrà non tenere conto di tale determinante percorso». «Meglio tardi che mai, il governo finalmente ha capito la gravità dei danni provocati dalla riforma Cartabia», gongolava ieri il senatore M5S Roberto Scarpinato, che aveva annunciato una proposta di legge. «I Cinque stelle accusano Fratelli d’Italia ma la Cartabia l’hanno votata loro», ha puntualizzato quindi il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Aggiungendo: «Inutile tentare di ritrovare una sorta di verginità con una mistificazione».

Oggi, a fare ulteriore chiarezza e a mettere i puntini sulle “i” nel dibattito, interviene il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. Il quale, tornando sul punto e sulle affermazioni in merito delle ultime ore, asserisce netto: «Le dichiarazioni del ministro Nordio e del sottosegretario Del Mastro sulle modifiche alla Cartabia relativamente ad alcuni reati di mafia sono rassicuranti. Ma è opportuno che i Cinquestelle tacciano: quella riforma l’hanno votata loro in Parlamento. Mentre Fdi disse no».

E ancora: «Sui reati di mafia – aggiunge Antoniozzi – saremo durissimi, come è nello spirito e nella tradizione di Fratelli d’Italia. Ma le lacrime di coccodrillo di chi quelle norme le ha votate servono a poco. Faremo altre riforme della giustizia che contemplino garanzie per i cittadini. Trasparenza nei meccanismi giudiziari. E certezza della pena, soprattutto sui reati gravi. Crediamo di poter rappresentare sia le esigenze di presunzione di innocenza previste dalla Costituzione. Sia il bisogno di sicurezza da sempre trascurato: la mafia, con questo Governo, avrà vita dura».

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