Giustizia, il Pg di Palermo: “Mafia più fluida, ma in città crescono rapine e spaccio di crack”

«Fluida» e perciò capace di «insinuarsi in ogni spazio lasciato libero dallo Stato e dall’etica». E, ancora, entità che «scivola individuando le strategie per controllare ogni segmento del nostro territorio». È l’identikit della nuova mafia tracciato dal procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo, Lia Savaall’inaugurazione dell’Anno giudiziario nel capoluogo siciliano. La prima, con Matteo Messina Denaro dietro le sbarre di un carcere dopo trent’anni di latitanza. Ma è anche una mafia in grado di intercettare il disagio sociale al fine di guadagnare sacche di consenso quella tratteggiata dalla Sava. Emblematico, in tal senso, quanto avvenuto durante il Covid. «Sono stati loro, i mafiosi – ha ricordato -, a distribuire pacchi di generi alimentari dove gli aiuti pubblici tardavano ad arrivare».

L’interventismo di Cosa Nostra non finisce qui. «Risulta dalle indagini – ha continuato la Sava – che in tutto il distretto le famiglie mafiose tentano di imporre le proprie decisioni per la risoluzione delle problematiche più varie». Lo spettro di azione della mafia è davvero amplissimo. Si va «dai litigi familiari alle occupazioni abusive di case popolari, alle intercessioni per intraprendere attività economiche, alle modalità e tempi di pagamento di debiti insoluti». In più, «provvedono al recupero di oggetti di furti, frequentemente commissionati dagli stessi sodali». Infine, il condizionamento elettorale: «Sono sconcertanti gli episodi di compravendita di voti nelle elezioni».

Quanto ai circuiti di alimentazione finanziaria, quello dei subappalti resta il canale privilegiato. «La semplificazione di certi meccanismi del sistema degli appalti ci è richiesta dall’Europa – ha premesso il Pg – . Ma dobbiamo fare i conti con le nostre peculiarità criminali». Un altro fronte di lotta è quello del dark web. «Stimola la voracità di Cosa Nostra ed è terreno fertile per traffici di armi e trasferimento di criptovaluta di dimensioni inquietanti». La mafia è il più grave ma non l’unico problema di Palermo. Il centro storico della città è teatro di rapine e di smercio del crack. Due fenomeni che per la Sava «sono diventate un’emergenza di proporzioni ingenti che rischia di annientare il nostro futuro generazionale e i soggetti più deboli».

Pubblicato da edizioni24

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