By Gabriele Galluccio
È la settimana degli agenti chiacchieroni. È iniziata con Alejandro Camaño che ha blaterato di cifre inavvicinabili per l’Inter e ha costretto il suo assistito, Lautaro Martinez, a intervenire tempestivamente prima che la situazione degenerasse. Tutto si è concluso per il meglio, con l’argentino che ha accettato il rinnovo fino al 2029 da 9 milioni l’anno più bonus. È poi proseguita con Mario Giuffredi che ha dichiarato guerra al Napoli con l’intento di portar via Giovanni Di Lorenzo. Che cosa sarà successo di così grave da spingere il capitano della squadra, fresco di rinnovo fino al 2028 e considerato fondamentale da Antonio Conte, a volere la cessione? Ah, saperlo…
Ci spieghi questo Giuffredi, anziché appigliarsi a motivazioni deboli, come un’inutile sostituzione a tre minuti dalla fine di una ancora più inutile partita con il Lecce. Addirittura l’agente prende per buono il «tutti cedibili, sempre che li vogliano», estratto da uno sfogo di Aurelio De Laurentiis per dedurre che il Napoli non ha più fiducia in Di Lorenzo. Il club è intervenuto con un comunicato ineccepibile e ha messo nero su bianco che il capitano non è in vendita.
Giuffredi è tornato all’attacco, accusando il Napoli di incoerenza. Proprio lui che qualche tempo fa dichiarava quanto segue in merito al rinnovo di Di Lorenzo: «I miei hanno sempre ricevuto gratificazione da De Laurentiis, che non si è mai tirato indietro. Lasciare il Napoli dopo una stagione così sarebbe da vigliacchi, e noi non siamo abituati a lasciare nel peggiore dei modi».
Che cos’è cambiato? Ce lo spieghi Giuffredi, o meglio ancora Di Lorenzo, che sta facendo una figura tremenda: un uomo di trent’anni che si nasconde dietro un agente, esperto in dichiarazioni non richieste e soprattutto non necessarie. Di Lorenzo faccia come Lautaro, prenda in mano la situazione e la chiarisca: sarebbe legittimo se non volesse far parte del nuovo corso del Napoli. Quello che non è chiaro è perché il suo agente voglia far passare il messaggio che è il club a non volere più Di Lorenzo, quando è sotto gli occhi di tutti che è l’esatto contrario.