Giorgia Meloni si rivolge al popolo: Famiglia, confini, cultura: siamo sotto attacco, ma i mostri sono loro

Giorgia Meloni infiamma il popolo di Vox. Perché, come sottolinea la stessa leader di Fratelli d’Italia commentando l’entusiastica accoglienza che Madrid le ha riservato oggi applaudendo a scena aperta moltissimi passaggi del suo intervento sul palco di “VIVA21“: l’evento organizzato da Vox, il partito della destra spagnola che fa parte della famiglia dei Conservatori europei di cui Meloni è presidente. E che Santiago Abascal ha aperto con un discorso che ha appassionato la folla che gremiva il palco e i dintorni. Un appuntamento nato e vissuto nel segno di una rispondenza politica tra due «partiti fratelli», come li ha definiti la stessa presidente diFratelli d’Italia e di Ecr party. «Uniti da valori e battaglie comuni che combattiamo insieme», ha poi aggiunto. Sottolineando come «insieme lavoriamo per rafforzare la famiglia dei Conservatori europei, che difende l’identità. La sovranità. E i confini delle nazioni europee, dal pensiero unico della sinistra globalista». Per questo, ha esordito la Meloni sul palco: «Sono felice di partecipare a una manifestazione piena di patrioti. Io qui mi sento a casa». Un incipit sommerso dagli applausi scroscianti della folla.

«Oggi, qui, io mi sento in casa perché sono immersa nel magnifico patrimonio di tradizioni che ha formato la civilizzazione spagnola. E perché mi sento parte di un processo di formazione, pervasa da un’aria di cultura nazionale. Di orgoglio per la realizzazione di un futuro di storia e identità. E l’identità è precisamente il tema che costituisce il nucleo del nostro accordo. Il fondamento principale del confronto col nostro tempo. L’identità è il nemico principale di tutta la corrente globalista. E tutti noi altri che la difendiamo siamo gli obiettivi dei “pasionari del progressismo“. Tutto quello che non si identifica col loro pensiero, viene attaccato. La persona è sotto attacco. E con lei, lo stesso valore della vita umana. Di ciascuna vita umana, unica e irripetibile. I presunti buonisti vogliono una cultura e un’idea di vita che può essere valutata. Selezionata. Venduta. E comprata come prodotto di supermercato. Di vita che possono autodistruggersi con la droga. Non lo possiamo accettare. Sono loro i mostri».

Non solo utero in affitto o droga libera, allora. «La famiglia è sotto attacco – prosegue appassionando la platea Meloni –. E con lei il concetto di genitorialità e di educazione dei nostri figli: con la propaganda gender che si attacca alle speculazioni sull’identità sessuale divulgata sui media. A scuola. Nelle istituzioni. Secondo un principio per cui “io non sono quello che sono”. Che sono nato. Ma quello “che sento”. La nostra spiritualità. Le nostre radici cristiane sono sotto attacco. In nome di un relativismo assoluto e di un ateismo aggressivo che in ultima istanza spiana la strada al proselitismo fondamentalista». La nostra storia è sotto accatto. Il lavoro della nostra gente è sotto attacco, con un fiscalismo mostruosa che ostacola la libertà d’impresa. Con la globalizzazione sregolata. Le frontiere delle nostre nazioni in Europa sono sotto attacco con la pressione impattante della retorica immigrazionista della sinistra. Che alimenta una vergognosa tratta di esseri umani. La nostra storia è sotto attacco: minacciata dalla cultura della cancellazione (cancel culture)… E allora, quando Giorgia Meloni rinverdisce l’ormai celebre «Io sono una donna. Sono una madre. Sono cristiana», la piazza esplode in un coro entusiastico di consensi e applausi…

E allora, Giorgia Meloni lo dice con chiarezza. E con altrettanta fermezza, anche dal palco di Madrid: «Chi ci accusa di essere antieuropeisti in realtà pensa che ci sia un unico modello di Europa possibile: l’Europa federale. L’Europa che soffoca le sovranità. Che vuole omologare tutto. Decidere di ogni minuzia della vita delle persone. Noi, invece – rimarca la leader di Fdi – siamo portatori di un’altra idea di Europa: l’Europa confederale, che ha fior fiori di padri fondatori dell’Europa, come De Gaulle. L’Europa nella quale gli Stati nazionali mantengono la loro sovranità. E in cui secondo il principio di sussidiarietà le istituzioni europee si occupano di grandi materie – ha spiegato la Meloni anche ai microfoni del Tg2 –. Quindi non nazioni che sono costrette a veder limitati i loro diritti. Ma che collaborano liberamente su materie sulle quali oggi l’Europa non fa nulla. Come la politica estera. O la politica di Difesa». Gli applausi piovono copiosi. E accompagnano dall’inizio alla fine, l’appassionante intervento di Giorgia Meloni, protagonista a Madrid.

Pubblicato da edizioni24

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