Geo Barents, “doppio fermo amministrativo”. Ong contro ìl decreto Piantedosi: “Decisione disumana”

Doppio fermo amministrativo per la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere, bloccata nel porto di Genova, dove era attraccata ieri per far sbarcare 206 persone salvate al largo della Libia.

I provvedimenti sono stati emessi ieri sera. Il primo provvedimento prevede un fermo di 60 giorni e contesta, secondo quanto previsto dal decreto Piantedosi, alla Geo Barents di non aver rispettato le istruzioni della Guardia Costiera libica durante il salvataggio di persone in difficoltà in mare. Il secondo provvedimento ha fatto seguito a un’ispezione del Controllo dello Stato di approdo (Psc) sulla nave, che ha rilevato otto carenze tecniche.

“E’ la quarta volta che la nave di ricerca e soccorso di Msf subisce un fermo per aver adempiuto all’obbligo legale di salvare vite in mare – sottolineano gli attivisti -, queste misure dimostrano chiaramente che le autorità vogliono impedire che la Geo Barents torni in mare. Le autorità italiane continuano a dare credibilità alla Guardia Costiera libica, accusata dall’Onu e da altre ong per i diritti umani di commettere crimini contro l’umanità“. Per la ong, “ancora una volta, una decisione disumana e arbitraria impedisce alla Geo Barents di tornare in mare per salvare vite nel Mediterraneo centrale”. 

Nelle scorse ore, come detto, la Geo Barents aveva attraccato nel porto di Genova dopo aver portato a bordo, lo scorso giovedì, 206 migranti al largo delle coste libiche in due diverse operazioni di soccorso. Lo sbarco era avvenuto a Ponte Doria: solo una parte dei 206 migranti sarà accolta a Genova, gli altri verranno distribuiti in diverse strutture di accoglienza in Italia.

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