Gas, Draghi in Algeria rassicura, ma i prezzi continuano a far paura: “In arrivo 4 mld di metri cubi”. E Gazprom dà un annuncio che gela l’Ue

Con una lettera datata 14 luglio, Gazprom ha avvisato i clienti europei che non potrà garantire le forniture di gas a causa di circostanze «straordinarie», una formula che sembra voler mettere al riparo Mosca dalle possibili penalità di carattere contrattuale. La lettera, di cui ha dato notizia l’agenzia Reuters, fa temere che non ci sarà alcuna ripresa del flusso da Nord Stream,sospeso la settimana scorsa per riparazioni ordinarie. La fine dei lavori, per i quali è stata necessaria una turbina dal Canada, era attesa per il 21 luglio, ma il nuovo annuncio innalza i timori su un taglio definitivo alle forniture dal gasdotto che porta il gas in Germania e, da lì, altri Paesi europei. Il tutto mentre la Russia aumenta le vendite alla Cina e tanto l’Italia quanto l’Ue moltiplicano gli sforzi per gli approvvigionamenti da altri fornitori.

Oggi Mario Draghi ha siglato in Algeria un accordo che conferma «il nostro partenariato privilegiato nel settore energetico». «In questi mesi, l’Algeria è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese», ha ricordato il premier nelle dichiarazioni al termine del vertice intergovernativo con il presidente algerino Abdelmajid Tebboune. «Nei giorni scorsi – ha aggiunto Draghi – la società algerina Sonatrach ha comunicato il prossimo rilascio di 4 miliardi di metri cubi di gas verso l’Italia, nell’ambito dell’accordo firmato con Eni ad aprile». Un passaggio che rappresenta «una accelerazione rispetto a quanto previsto e anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni».

Contemporaneamente la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è volata in Azerbaigian, dove a sua volta ha firmato un memorandum d’intesa sull’energia che prevede il raddoppio della capacità del «corridoio meridionale». Da Baku quest’anno dovrebbero arrivare verso l’Europa 4 miliardi di metri cubi di gas in più: erano 8,1 nel 2021, ne sono previsti 12 entro la fine del 2022, con l’obiettivo di raddoppiare i volumi entro il 2027.

Nell’Ue, ha commentato l’Alto Rappresentante, Josep Borrell, «tutti sono preoccupati per cosa può succedere sul fronte ucraino, sia sul piano militare che per l’energia». «Il gasdotto Nordstream 1 è in riparazione, vedremo cosa succede alla fine del periodo dei lavori di manutenzione. Continueremo a guardare alla fornitura di gas, che – ha concluso – è certamente la maggiore preoccupazione per le nostre società ed economie».

Intanto si registra un nuovo record storico nelle forniture di gas russo alla Cina. Ieri Gazprom, come segnalato in un comunicato dalla stessa società, ha incanalato nel gasdotto Power of Siberia una quantità record di gas. Secondo i dati semestrali di Gazprom, tra gennaio e giugno 2022 le esportazioni di gas verso la Cina sono aumentate del 63,4%. La Russia vende alla Cina il gas proveniente dai giacimenti della Siberia orientale, che non sono collegati ai suoi gasdotti a ovest, anche se Gazprom sta lavorando alla costruzione di un gasdotto, attraverso la Mongolia, che in futuro potrebbe consentirle di reindirizzare il gas dai suoi vicini europei a nuovi clienti in Asia.

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