Garlasco, Daniele: “Magistratura ridicola, l’assassino libero se la ride?”

By Marco De Meo

Ore decisive per nuovi risvolti sul caso del delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi. Andrea Sempio diserta l’interrogatorio per un difetto di forma, la Procura replica con l’impronta digitale. A dire la sua sull’accaduto è stato Gaetano Daniele, penna libera e indipendente da ormai un ventennio, da sempre sostenitore dell’innocenza di Stasi, in carcere per l’omicidio della sua fidanzata dell’epoca.

Rispondendo ad un suo lettore di ith24.it in merito alla particolarità delle nuove indagini sul caso Garlasco con particolare focus ai nuovi interrogatori, compreso quello di Stasi, Gaetano Daniele ha subito spiegato in modo chiaro la sua posizione.

“Cosa hanno combinato e combinarono i magistrati che hanno condannato Alberto Stasi dopo due assoluzioni intervenute in primo e in secondo grado? È questa la domanda che semmai dovremmo porci. Io ritengo che gli inquirenti i quali hanno riaperto le indagini stiano lavorando bene, ne sono quasi stupito, di sicuro hanno dimostrato coraggio e amore di verità, dal momento che la Giustizia è restia ad ammettere di avere potuto prendere un abbaglio, ossia di avere commesso un errore madornale gettando in carcere un ragazzo, a cui è stata distrutta l’esistenza, con l’accusa peggiore che possa essere formulata: omicidio”. Dice Daniele.

Dopo aver ribadito la propria posizione e il proprio sostegno a Stasi, da lui ritenuto innocente, Daniele ha aggiunto: “La sua colpa (di Stasi ndr) ? Essere il fidanzato della vittima. Dunque, per comodità, si è scelto di sposare una tesi accusatoria, di cui si sono innamorati gli inquirenti di allora e i media, e su questa si è deciso di marciare, a scapito di un’altra vita, quella di Alberto. Vittima collaterale di un delitto da questi non messo a segno. Oltre ogni ragionevole dubbio”. Continua Daniele.

Proseguendo nel suo discorso, Daniele ha rincarato la dose contro la giustizia e la magistratura che, di fatto, sarebbero il motivo per cui il vero assassino della povera Chiara Poggi l’avrebbe fatta franca, almeno fino ad oggi.

“Sono dal principio persuaso che qualcuno, il vero assassino, o assassina, l’abbia fatta franca e non per abilità, non perché abbia compiuto il delitto perfetto, bensì grazie alla malsana tendenza umana di affezionarsi al pregiudizio. Ma, allorché ti lasci abbagliare dal pregiudizio, va da sé che abbandoni lungo la via il giudizio. E questo è quello che è avvenuto. Meglio un innocente in galere per merito della magistratura agli occhi dell’opinione pubblica. È capitato a Stasi. E dire che gli stessi magistrati sono sotto indagine”. Conclude Daniele.

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