Gaetano Daniele: “Viva il progresso. Viva il 2020, dove i clienti delle “baldracche” si chiamano frequentatori, e non si nascondono più, e la sinistra passa da Karl Marx a Fedez, il Repper venditore di smalto per le unghie “ignorante” (sembra Vanna Marchi tatuato)

Gaetano Daniele ith24

By Gaetano Daniele

Viva il progresso. Viva viva il 2020, dove i clienti delle baldracche si chiamano “frequentatori” e non si nascondono neanche più, e dove la sinistra passa da Karl Marx a Fedez, il Repper venditore di tutto che fino a qualche anno fa, nei suoi test, incitava alla violenza. Se la prendeva con la Moratti e Barbara D’Urso. Poi, a pancia piena, ha affermato che “in quel periodo ero ignorante”. Oggi invece è intelligente, fa il moralista a braccetto con la sinistra. Chiamalo fesso.

Sulle baldracche stendiamo un velo pietoso, si nasce. Meglio non averci a che fare. Oltre ad essere portatrici sane di malattie veneree, portano, col tempo, solo guai. Sono una sorta di bomba a grappolo, e quando scoppiano, le schegge, colpiscono chiunque sia nel loro raggio. Vorrei però soffermarmi sulla sinistra italiana. Quella moderna. Infatti si affida al compagno Fedez. Passa da Karl Marx al divo che vende qualunque cosa, musica leggera e smalto per le unghie, c’è una linea diretta e coerente. Quando lo vedo mi da l’impressione di Vanna Marchi tatuata.

Fedez che parla di diritti civili dal palco del 1° maggio, festa del lavoro, è la dimostrazione plastica che l’italia sta andando veramente a puttane. Infatti non si nascondono più, le puttane. Circolano liberamente ad ogni angolo di marciapiede. Alcune vengono anche accompagnate dai genitori purché battano cassa. O, nella migliore delle ipotesi, si tolgano dai coglioni. Siamo nel 2020. Ormai le donne facili hanno conquistato gli uomini falliti. E pare siano anche numerosi.

Il lavoro, alla sinistra, non interessa più. Contano solo i diritti delle minoranze, ed è un peccato, non solo verso la storia della sinistra stessa, perché oggi sarebbe indispensabile una voce che facesse da freno agli eccessi nel campo del lavoro, sconfinante, in alcuni settori, nella schiavitù (chiedere a rider e braccianti per i dettagli). Al contrario, la sinistra appoggia gli eccessi, a patto che giovino agli imprenditori amici, tu chiamale se vuoi: finte liberalizzazioni di Pierluigi Bersani, l’uomo che tentò di smacchiare il giaguaro ma che fu trombato in dirittura d’arrivo da un Matteo Renzi scatenato. Insomma hanno spinto fuori dal mercato i piccoli investitori per lasciare tutta la torta ai grandi (chiedere a farmacisti e simili per i dettagli). Abbandonati i lavoratori, che non a caso, avendo mangiato la foglia, da qualche tempo votano a destra, la sinistra si è gettata sui diritti civili. Sempre voti sono.

La Cavalcata di Fedez

Voi direte: ma sono sacrosanti. E noi risponderemo con le parole di Giovanni Sartori, uno dei maestri della sinistra moderna, prima che Fedez ne prendesse il posto: i diritti di cittadinanza dello Stato liberale, che sottraggono l’individuo all’arbitrio perché le leggi si applicano senza alcuna distinzione, sono intoccabili. Al contrario, la moltiplicazione dei diritti, attribuiti in funzione dell’appartenenza a una minoranza (etnica, culturale, sessuale) e protetti da leggi ad hoc, porta alla frammentazione e reintroduce l’arbitrio.

Allo Stato è attribuito il dovere di intervenire e il potere di decidere cosa si può fare e cosa si può dire. Il colossale passo all’indietro porta a una visione autoritaria dello Stato, che concede al cittadino i diritti, uno ad uno, a suo piacimento. La libertà è l’esatto contrario di questa elargizione e prevede che lo Stato legiferi su poche e universali materie.

La libertà rispetta il pluralismo che lo Stato annienta assimilando ogni differenza, oggi possiamo dire: per metterla al servizio del consumismo omologante, dobbiamo essere tutti uguali alla cassa del supermercato globale, per semplificare gli affari. Gli intellettuali progressisti, cioè i Fedez, sono i chierici coccolati dal sistema, altro che trasgressione, la loro è al massimo una trasgressione consentita, la parodia dell’indipendenza di giudizio recitata da chi sfonda porte spalancate, fingendo di compiere chissà quale impresa mentre liscia il pelo al conformismo. Non è così? E allora perché il potere, invece di perseguitarli, premia questi commedianti con montagne di visibilità e di pecunia, chiedere a Fedez e soci per i dettagli?

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