Gaetano Daniele: “Occhio agli stupidi. Ti portano al loro livello e poi ti battono con l’esperienza”

Gaetano Daniele

By Gaetano Daniele

Purtroppo anche a me mi capita di ascoltare alcune sciocchezze (in generale), e, a tal proposito, mi sento in dovere di dare un consiglio a chi, come me, a par mio, può contare ancora su qualche neurone. Parliamo oggi degli stupidi. Dei furbi fessi. Di quelli rari. Come le perle di fiume.

Luogo comune, la frase fatta ad effetto, il giudizio preconfezionato. L’apparire, al primo posto. Il continuo dimostrare. Ma anche il dilettantismo, la arroganza, la superficialità. L’insipienza. Miscelate questi ingredienti micidiali e otterrete un ritratto attendibile della nostra società, rincretinita dai social network. Tutti scienziati, artisti, fotomodelle, Rambo, imprenditori di successo, opinionisti, Principesse e Re. Nel 90% dei casi hanno la licenza media e non hanno mai avuto nessuna esperienza lavorativa o formativa. Ma questo è solo un dettaglio. Perché loro sono… appaiono, senza essere. Senza vissuto. Per questo cercano di prevaricare. Trasformano passioni in occupazione, infatti non battono mai cassa. Lor signori aspettano affacciati alla finestra di vedere se Pulcinella è appiedato o va in carrozza.

A cosa volete che serva oggi una laurea in medicina o in giurisprudenza? A una beata minghia. C’è internet. Siamo tutti chirurghi, avvocati e commissari tecnici della nazionale di calcio. E Imprenditori di successo, con la carta di credito di papà. L’analisi della realtà, da condursi con i propri neuroni e magari con i propri occhi, non va più di moda. Ci sono migliaia di opinioni a disposizione in Rete. Basta prenderne una, adattarla alla propria illusione per illudere ed il gioco è fatto. Tanto poi ci pensano i Tavor e gli psicologi a mettere tutto a posto.

Perché? Perché è più facile nascondersi dietro frasi preconfezionate o a vecchie discussioni piuttosto di mettere in discussione sul serio il nostro stile di vita, promosso proprio dai media sui quali si esibiscono i commentatori. Di questo passo, però, non si va molto lontano. Infatti, tra le “geniali” proposte per risolvere il problema, qualcuno ha suggerito di chiudere le palestre per ridurre la violenza. Ma allora, per combattere l’obesità, che dovremmo fare, chiudere i supermercati e ristoranti? (Ci ha pensato il Covid). E ai cretini dove li mettiamo poi? I manicomi sono chiusi. Girano tra noi, si confondono tra la massa. E hanno assimilato l’andamento ed il comportamento delle persone normali. Hanno, sotto certi punti di vista, una marcia in più. Perché mentre tu lavori ed hai la testa alle responsabilità, loro hanno tutto il tempo per studiare come fotterti. Ma poi rimangono fottuti, dalla vita stessa che prima o poi gli presenta il conto da pagare.

Il vero maestro, però, nell’arte di individuare un cretino è stato Carlo Cipolla, autore di Leggi fondamentali della stupidità umana, un saggio fondamentale che trovate nel volume Allegro ma non troppo (Il Mulino): “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita”. Ancora: “le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Non si rendono conto, stupidamente, che associarsi a un cretino ha sempre conseguenze disastrose e anche costose“.

Racconto un mio vissuto per far capire non il mio trascorso, che non può fregare a nessuno, seppur come tanti miei coetanei, ma il fine.

Ricordo come se fosse ieri, mi sbatterono in un treno regionale, dava precedenza a tutti gli altri treni, come se non esistesse. Eravamo ammassati uno sull’altro, ma ci tenevano in riga. Dopo 12 ore di viaggio, già stanchi morti, sporchi e con quella puzza di vagoni vecchi sotto al naso, impregnata ormai sui nostri panni e sulle nostre carini, mi si avvicinò un Tenente, un uomo che non lasciava mai trapelare un sorriso. Freddo. Severo. Mi fissò, e mi disse: cos’è questa barba? Ma lo sai dove stai andando? Mi diede una lametta,ma non di quelle Bic, solo la lama, e mi disse ‘hai 5 minuti per toglierti questa barba’. La tolsi con l’acqua di una bottiglietta che tenevo in uno zainetto sempre in spalla. Dopo un po mi fecero notare che avevo il volto pieno di graffi e sangue. Dopo circa 16 ore arrivammo a destinazione. Ci portarono in una campata, era da poco passata la mezzanotte, e mi sentivo svenire. Ma loro continuavano a chiamarel “attenti, riposo”. Adunata: tutti in cortile, e poi di nuovo in Campata. E sempre di corsa. E per tenermi sveglio muovevo in continuazione le dita dei piedi e mi davo continui pizzichi in ogni parte del corpo. Non potevo mollare. E con la coda dell’occhio guardavo i ragazzi alla mia destra, sempre sugli attenti ed in riga, ma nella mia stessa condizione psicofisica. Ogni minuto era un’eternità. Molti svennero e furono portati in un’altra stanza. Uno oggi è Ispettore di Polizia. Poi qiell’ordine: tutti in branda. Da qiell’ordine mi ricordo solo che dopo un paio di ore fummo svegliati a suon di manganello: fra 15 minuti tutti in cortile, lavati e stirati. Non ricordo neanche come indossai il pigiana. Ma l’avevo. La stanchezza aveva preso il sopravvento. Poi le guardie, le Polveriere fino alle Missioni. La specializzazione. Ero stato “Scelto”. 3 Reparti. Lo scelsi io. Nessuno me lo impose. Ho guidato carriarmati, autobus 55 posti, mezzi corazzati, VM90, ACM80/90, tutto ciò che era su gomma e ferro fino a volare. Modello N e Brevetto sempre in tasca. Ho portato Comandanti, e seduto alla destra di Generali, l’ultimo comandava tutte le infrastutture della Regione Toscana (Ten.Gen. B.R). Ho ricevuto encomi per la rivista (Magg. B.C.) Ho fondato due giornali per la distribuzione gratuita, ma non sono ricco. Ho intervistato ministri della Repubblica e ho portato due siti dal nulla, da 0 a 13 milioni di visualizzazioni. Non sono nessuno. Non mi reputo nessuno. Ho solo fatto e continuo a fare ciò in cui credo). Anzi. Ho i miei alti e bassi. Ma ho anche commesso tantissimi errori. Non sono un Santo insomma. Ma mi hanno insegnato una cosa: a metterci sempre la faccia e ad assumermi sempre le mie responsabilità (nel bene o nel male) e quando l’ho fatto, le migliori critiche le ho sempre ricevute dai cretini, da chi non ha mai dato prova di sé nella vita e si è sempre creduto sto gran cazzo!

“Occhio agli stupidi. Ti portano al loro livello e poi ti battono con l’esperienza”.

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