Gaetano Daniele: “Hanno rotto i cogl***i con questi vaccini e con questo Green Pass, che fa acqua da tutte le parti. Io ho fatto le mie due dosi di Pfizer, e ho il Green Pass, sono per la scienza, ma chi non vuole vaccinarsi, faccia quello che gli pare e vada pure affanculo”

By Gaetano Daniele

Ormai la parola vaccino e Green Pass la senti ovunque. Finanche sotto l’ombrellone e in acqua, al mare. È diventato un incubo.

A me se uno non si vaccina non me ne frega un cazzo. L’importante è che vaccinino me anche a pagamento. Per fortuna l’ho fatto gratis.

Venerdì sarà il d-day del Green pass. In Italia il certificato vaccinale diventerà obbligatorio per fare praticamente vita sociale. Chiunque abbia più di 12 anni dovrà esibirlo per accedere a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi  tematici,  concorsi pubblici; o per entrare in un bar. Eppure il green pass, questo “lasciapassare” fa già acqua da tutte le parti.  Comunque la si pensi, saremo prigionieri della burocrazia e delle  falle nel sistema. 

Ma vi pare che finanche al mare mentre sono intento a rinfrescarmi un po, mi sento domandare se ho o meno il Green Pass. Roba da pazzi.

Iniziamo dal caso dei cosiddetti “guariti” ovvero dei cittadini italiani che hanno avuto il Covid, ne sono usciti e quindi sono ben forniti di anticorpi. L’attestato di guarigione negli ultimi 6 mesi è una delle 3 condizioni per ottenere il green pass: (che in questo caso ha una validità di 6 mesi), insieme alla vaccinazione (validità 9 mesi); e al possesso di un test molecolare o antigenico rapido negativo effettuato nelle ultime 48 ore (dura 2 giorni). Ebbene, queste precondizioni creano già caos. Finanche a me che di neuroni ne conto ancora qualcuno.

I problemi per i guariti sono di due tipi. Il primo è rappresentato dalla estenuante lentezza della burocrazia: tutta italiana, occorre infatti attendere che il certificato di guarigione venga trasmesso a livello centrale dal medico curante o dall’Asl di appartenenza attraverso l’inserimento dei dati nel Sistema tessera sanitaria.. Non è così semplice come a dirsi. Sono già infatti in tanti i cittadini guariti esasperati dal fatto di non riuscire a ricevere il green pass. Tra l’altro non manca chi promette ricorsi e cause civili contro lo Stato. Anche questi, evidentemente, hanno soldi e tempo da perdere.

Non solo, altra Odissea: il green pass per i guariti vale 6 mesi.. Ma chi ha avuto la malattia potrebbe aspettare anche un anno prima di vaccinarsi, perché è già dotato di anticorpi. Dunque, il paradosso sarà che pur di avere il certificato dovranno sottoporsi alla vaccinazione centinaia di migliaia di persone che non ne avrebbero alcuna necessità. Siamo al ridicolo. Alla barzelletta. Ma non finisce qui. altro fronte grottesco è quello delle falsificazioni e delle falle nel sistema dei controlli. Nel deep Web si trovano già offerte di certificati cartacei e Qr code contraffatti. Ovviamente acquistare un green pass falso è un reato, ma considerato che nella maggior parte dei casi i controlli sono affidati a dipendenti di aziende private, come ad esempio i ristoranti, sarà molto difficile imporre l’esibizione del documento di identità al cliente che esibisce un Qr code dal proprio telefonino.

Dunque, con il green pass di un’altra persona sarà semplicissimo accedere ai luoghi riservati a chi è in possesso del certificato. La stessa App destinata al controllo, VerificaC19, può essere alterata da un esperto e trasformata in un dispositivo che non solo fa risultare valido qualunque Qr code, anche tarocco;  ma soprattutto può essere in grado di acquisire in maniera fraudolenta i dati di chi lo esibisce.

Il green pass potrebbe pertanto rivelare brutte sorprese. Lo stesso garante della privacy si è sgolato invitando i cittadini a non pubblicare sui social la foto del Qr code. Non ci si crede. Un documento che da venerdì sarà consiserato inderogabile e al quale derogheremo i diritti costituzionali, avrebbe meritato un’oculatezza più credibile da parte dei governo dei “migliori”. I livelli di sicurezza  informatica avrebbero dovuto essere altissimi. Eppure in poco  tempo il deep web si è attrezzato e del meccanismo green pass si sono impadroniti i criminali della rete e prostitute di ogni genere. L’attacco hacker al centro elaborazioni dati della Regione Lazio la dice lunga.

A ciò aggiungasi casi specifici: in Puglia e in  Piemonte a cavallo di ferragosto gli hub vaccinali resteranno chiusi, circostanza che potrebbe determinarsi anche in altre zone d’Italia. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato che il 60% degli italiani con più di 12 anni è stato vaccinato, e che l’immunità di comunità sarà raggiunta entro la fine di settembre; con l’80% della popolazione italiana vaccinata. Questo abvrebbe dovuto indurre a una gestione più graduale ed equilibrata del green pass. Essere soggetti a pirati informatici e a disservizi burocratici è veramento troppo da chiedere agli italiani.

Pubblicato da edizioni24

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