Gaetano Daniele: Arcuri indagato? Chissà perché non faccio il 6 al superenalotto: “Ora diteci la verità”

By Gaetano Daniele

Non voglio peccare di presunzione, ma a volte mi domando chissà per quale motivo non faccio il 6 al Superemalotto? Forse perché non lo gioco. Forse non lo gioco perché non ci credo. Ma fatto è che in tempi non sospetti mi chiesi come mai il numero uno all’emergenza Covid, Arcuri, non fosse indagato per le sciagure causate nella gestione Anti Covid. Tanto tuonò che piovve. Ora la domanda che mi pongo è: quante persone si sono infettate e hanno rischiato la vita o magari l’hanno persa grazie a una mascherina che non filtrava il coronavirus?.

E poi perché, a distanza di un anno dalle prime segnalazioni circa la mancanza di requisiti delle forniture di mascherine, ancora si è proceduto a ritirarle dal mercato, impedendo che altri italiani si infettassero?

C’è qualcuno da ringraziare per tanta lentezza o è la solita storia della nostra giustizia a due velocità?.

Domenico Arcuri è indagato per la nota questione delle mascherine cinesi, per le quali ieri i pm hanno disposto il sequestro.

Proprio ith24, mesi e mesi fa, quando Arcuri era ancora nel pieno delle sue funzioni, per prima fece emergere le zone d’ombra che circondavano quella partita da 800 milioni di mascherine, comprate al prezzo di 1,25 miliardi di euro, con una maxi commissione per gli intermediari di oltre 70 milioni. Noccioline. Chiedere anche a Luigi Di Maio. Mascherine tra l’altro pagate quasi il doppio del rispettivo costo vista l’emergenza, dirà qualcuno….. Io la chiamo speculazione.

Oggi che Arcuri è ufficialmente imdagato per peculato, abuso d’ufficio e corruzione (capo per cui la Procura ha chiesto l’archiviazione), premettendo che comunque si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato.

Ma l’inchiesta porta con sé nuovi interrogativi intorno alla vicenda e al modo in cui Arcuri ha interpretato il suo ruolo di plenipotenziario per l’emergenza. Per fortuna nostra poi è subentrato il Generale Figliuolo che ci ha messo una toppa traghettando il Paese su lidi più sicuri.

Facciamo un passo indietro. Forte dell’incarico ricevuto, Arcuri si è comportato come signore e padrone della struttura commissariale, senza rendere conto di niente a nessuno, né alla politica né all’opinione pubblica, spalleggiato com’era dall’uomo che lo aveva messo in sella, ovvero da Giuseppi Conte. L’uomo degli Stati generali. Di cui si lamentava che nessuno ne conoscesse il significato. Forse perché non servono a un cazzo.

Durante il suo mandato il flop manager ha gestito non solo l’affaire mascherine, ma anche le forniture di siringhe, gazebo a forma di primula, banchi a rotelle per le scuole, sistemi di conservazione dei vaccini e pure le dosi di siero. Mancava solo che disponesse anche del nostro culo e poi il quadro era completo.

Il tutto dopo aver preteso una specie di immunità, come quella di gregge (come le pecore). Ovvero di non essere costretto a rispondere delle sue scelte davanti alla magistratura contabile. Alla marchese del grillo: io sono io e tutto il resto non conta un cazzo.

Ma alcune delucidazioni circa oscure operazioni corredandole, in un’epoca in cui non era ancora indagato, con minacce di azioni legali e citazioni in giudizio bisogna farle. E che oggi si ampliano con nuovi interrogativi, perché, oltre a sentire la versione di Arcuri, i pm della Capitale hanno deciso di sequestrare alcuni milioni di mascherine farlocche, che pur essendo state pagate per buone non lo sono, nel senso che non proteggono dal virus come dovrebbero.

Perché, qualcuno si è arricchito, incassando milioni, sulla pelle dei malati e a questo punto, a prescindere dalle responsabilità di Arcuri, ammesso e non concesso che ce ne siano, sono necessarie due domande che devono rimbombare nelle orecchie di Arcuri: quante persone hanno subito le conseguenze di quelle mascherine che non filtravano e perché si è atteso un anno per intervenire?

Pubblicato da edizioni24

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