Gaetano Daniele accarezza il PD: “Senza fassarci la testa con troppi giri di parole. La domanda è secca: perché per la sinistra i migranti valgono più degli italiani?”

By Gaetano Daniele

Alcuni giorni fa mi è capitato di leggere un articolo che mi faceva notare un tale di nome Faraone, parlamentare del Partito democratico, che ha dichiarato di essere molto onorato di aver servito la cena agli immigrati. È stato bravo ad offrire i propri servigi ai bisignosi provenienti dall’ Africa e pubblicamente lo lodiamo. Ma non lo votiamo.

Però abbiamo una domanda da rivolgergli. Se ci è ancora consentito. Come mai si è messo a disposizione con tanto entusiasmo degli sfigati, indubbiamente meritevoli di soccorso, ricevendo elogi a tutto tondo, mentre se ne è sbattuto i coglioni, lui e il Pd, dei terremotati i quali da anni sono condannati a vivere peggio che sui barconi che arrivano a Lampedusa?

Se gli italiani sono nella disperazione, ricoverati in baracche, al freddo o al caldo torrido, non c’ è anima che si intenerisca, nemmeno quella apparentemente gentile di Faraone. Vengono abbandonati dallo Stato e in genere dalle istituzioni, devono arrangiarsi e macerarsi in indicibili sofferenze. Le loro afflizioni sono considerate normali, effetto di calamità naturali inevitabili. Essi sono visti quale problema noioso pressoché irrisolvibile. Se il buon Faraone è in vena di solidarietà si rechi dai suoi concittadini terremotati, e perché no, con il caldo alle porte porti due condizionatori, perché assicuro al buon Faraone, che combattere con circa 36gradi dentro una baracca, è come stare in un deserto cercando di farsi ombra con un Kefiah.

Mancano i mezzi per aiutare i senzatetto, coloro che hanno perso tutto, persino la speranza, a causa del sisma. Questi ultimi sono costretti ad invidiare i naufraghi del Mediterraneo dato che costoro vengono assistiti a furor di popolo, accolti, coccolati, sono oggetto di dispute politiche tra chi vuole chiudere i porti e chi invece li vuole spalancati a qualsiasi persona proveniente dalla Libia.

Le vittime terremotate al contrario sono rompiscatole che piangono e basta, piagnucoloni viziati, bisogna che si arrangino da soli con mezzi propri, mentre gli extracomunitari provenienti dal mare richiedono ogni riguardo. Non solo di essere salvati, ma ricoverati, favoriti. Almeno a parole. Se poi, una volta sbarcati sono buttati e ammassati in hotspot peggio dei topi in gabbia e finiscono poi per strada, costretti a campare alla giornata a fare i propri bisogni nelle aiuole delle metropoli, non importa: si rassegnino. L’ importante è dare l’ illusione a questa gente di essere ricevuta e accudita. Come impone l’Europa.

Intanto i nostri connazionali del Lazio e dell’Abruzzo ridotti in miseria possono morire. Della loro sorte non frega nulla a nessuno. Si vergogni Faraone, la pernacchia gliela faccio io: prrrrrrrr!!

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