Francia a ferro e fuoco: 234 arresti. Domani il “discorso alla nazione” di Macron dall’Eliseo (Video)

La riforma delle pensioni passa per un soffio (solo 9 voti) e in Francia esplode la rabbia. “Odiamo la polizia”, urlano i manifestanti a volto coperto. Cassonetti e cestini dei rifiuti bruciati, disordini e scontri con 2000 agenti schierati a mantenere l’ordine.

La miccia è esplosa a Parigi in diversi quartieri. “La piazza è nostra” gridano i manifestanti  inseguiti dalla polizia. I gruppi arrivano correndo, incendiano cassonetti, danneggiano vetrine e scappano verso altre zone della capitale. La polizia risponde caricando e sparando lacrimogeni per disperdere la folla.

Al termine della guerriglia notturna sono state arrestate 234 persone. Le proteste sono partite con un tam tam spontaneo all’annuncio dell’esito del voto  all’Assemblea Nazionale, con la mozione di sfiducia respinta per nove voti. A dare notizia degli arresti di massa è Franceinfo, che cita fonti della polizia. Ci sono stati inoltre – precisa – 240 interventi a seguito di incendi, soprattutto di cassonetti o cestini dei rifiuti.

Manifestazioni anche a Strasburgo, Tolosa e Lille

Oltre a Parigi proteste di piazza si sono svolte a Strasburgo, sulla piazza Kléber, a Lione, Digione, Tolosa e Lille, dove si registra il lancio di lacrimogeni da parte della polizia per disperdere la folla.

Sempre più vacillante il presidente Emmanuel Macron, ai minimi storici di popolarità da inizio mandato (il28% come ai tempi dei gilet gialli). Oggi ha in programma una giornata densa di incontri. Prima il vis à vis con la premier Elisabeth Borne, che ha gestito in prima linea la contestata riforma che innalza l’eà pensionabile da 62 a 64 anni. Poi una colazione di lavoro con i presidenti dell’Assemblea e del Senato, Yaël Braun-Pivet e Gérard Larcher. In serata, invece, terrà una riunione con i parlamentari della maggioranza presidenziale.

Tirato per la giacca da settimane il capo dell’Eliseo si è sempre sottratto al confronto con la piazza. Chiamato più volte direttamente in causa, anche dai sindacati, Macron si è finora tirato indietro. Dicendo di voler lasciare la parola al Parlamento e aprendo al confronto, solo attraverso i ministri del suo esecutivo. Ma all’indomani del via libera alla riforma ha deciso di intervenire personalmente. Con un’intervista televisiva a tutto campo  televisiva a Tf1 e France 2 in programma alle 13 dall’Eliseo. Un “discorso alla nazione” per rassicurare gli animi e voltare pagina.

Ma la maggioranza del Paese non accetta il responso parlamentare che per soli 9 voti ha salvato il governo e l’odiata riforma.  “Adesso è ora di passare alla sfiducia popolare“, gridato il condottiero della protesta, Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale. Che invita i francesi a non arrendersi e a proseguire la battaglia “con le manifestazioni e gli scioperi”.

Pubblicato da edizioni24

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