Follini epocale su Berlusconi: “Ora lui conta come la mia vecchia Udc, è la legge del contrappasso”

«È curioso, Berlusconi si trova in un ruolo capovolto rispetto a quello degli anni passati, cioè in questo momento Berlusconi è l’Udc, dice ‘fatemi contare’ e ne soffre. E’ la legge del contrappasso, non dirò che gli sta bene ma insomma sono esperienze formative”. Così Marco Follini, ex vicepremier e segretario dell’Udc, ospite di Mezz’Ora in + su Rai 3.

Il riferimento non è diretto, ma gli esempi sono tanti: giusto 20 anni fa, Silvio Berlusconi parlando di una trattativa con Follini, tagliava corto alle agenzie: “L’Udc avanza pretese come se avesse preso il 15% alle elezioni”. Oggi il leader azzurro parla appunto come Follini 20 anni fa. Una dura legge del contrappasso che l’ex leader dell’Udc ha rimarcato nell’intervista all’Annunziata.

“Se dovessi fare una previsione sul fatto che il governo si compia direi sicuramente di sì, e sul fatto che possa durare direi altrettanto di sì, sicuramente si compirà e sicuramente durerà”, ha aggiunto l’ex vicepremier e segretario dell’Udc.

“Oggi è in atto la radicalizzazione della lotta politica: abbiamo una maggioranza elettoralmente ampia, ma non smisurata, che parla a se stessa e per voce dei suoi caratteri più forti, non a caso ha eletto alla Camera e al Senato due presidenti molto caratterizzati, per usare un eufemismo, ma non riesce a parlare fuori dai propri confini; dall’altra, abbiamo un Pd che subisce la suggestione del M5S, e sua volta opera una radicalizzazione di segno opposto. Tutto questo mentre gli italiani non vanno più a votare”. Così Marco Follini, ex vicepremier e segretario dell’Udc, ospite di Mezz’Ora in + su Rai 3.

“Vincerà chi avrà, da una parte o dall’altra, la capacità di parlare a quelli più lontani e convincerli che si può introdurre uno schema diverso. Questa maggioranza ha i numeri e li farà valere e per qualche tempo reggerà…” ma “questo Paese ha bisogno di una grande azione di tessitura e a lungo andare vincerà chi avrà questa capacità, lo dico da democristiano: la capacità di creare una base di consenso più larga delle insegne del suo partito o della sua coalizione”.

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