Fioroni smentisce la sinistra e difende Fazzolari: “Anch’io fui vittima del tiro a segno. Vicenda strumentale”

Ammette di essere stato anche lui “vittima” del tiro a segno. È molto interessante e gustoso leggere le parole di un altro “presunto pistolero” che La Stampa di Giannini non ricorda e che pure fu messo nel tritacarne mediatico. Proprio come il sottosegretario Gianbattista Fazzolari Si tratta di Giuseppe Fioroni, che nel 2007 era ministro dell’Istruzione, quota Pd, sotto il governo Prodi. Ebbene, anch’egli segnalò l’Unione tiro a segno tra le federazioni sportive alla quali le scuole potevano rivolgersi per le attività sportive e i giochi studenteschi. Ora che la sinistra e i suoi giornali  montano ancora la polemica inesistente e smentita a chiare lettere dal sottosegretario del governo Meloni, il Giornale intervista lo stesso ex ministro Fioroni. Che rivendica le sue parole di allora ed è molto duro con chi sta alzando i toni.

«Sì, io fui tirato in una polemica simile nel 2007. Fui attaccato e risposi con una dichiarazione che vale anche oggi e che le ripeto: il tiro a segno è una delle 66 discipline olimpiche che dal 1968 costituiscono gli ambiti di gara dei Giochi Sportivi Studenteschi organizzati dal Coni insieme al ministero della Pubblica Istruzione; e istituiti per promuovere discipline e valori olimpici. Per la cronaca ne fa parte anche il tiro con l’arco senza che questo autorizzi a sostenere che la scuola addestri a fare la guerra tra indiani e cowboy».

E alla domanda diretta se il caso Fazzolari sia una bolla di sapone, risponde in maniera netta: «Portare la polemica politica all’interno della comunità educante su temi come questi è sbagliato. Io ne fui oggetto nel 2007, Fazzolari ne è oggetto oggi. Tutti evitino di strumentalizzare politicamente vicende che afferiscono ai giochi sportivi studenteschi, alle discipline olimpiche, al Coni. Mi auguro che tutto questo finisca e che al più presto passino le elezioni così magari qualcuno si risparmierà la polemica».

E a Fazzolari direbbe «che di solito sono polemiche che capitano;  ma se uno ha la coscienza a posto tira dritto e non succede niente“. Oltre alla bolla di sapone creata per mero interesse di polemica politica a una manciata di gironi dalle elezioni regionali, a Fioroni dà fastidio un elemento, soprattutto: avere coinvolto il mondo della scuola in una polemica strumentale. “Mi dà fastidio vedere tirare per la giacca la scuola, i docenti e gli studenti. La scuola non è né di centro né di sinistra né di destra ma è patrimonio degli italiani: quindi invito tutti a contare fino a mille prima di dire qualunque cosa che possa turbare il percorso e il cammino della comunità educante”.

Molto chiaro Fioroni anche sulle aule occupate alla Sapienza di Roma dagli studenti solidali con l’anarchico Cospito. “Cosa ho provato? Credo che difendere le proprie idee e le proprie convinzioni sia una cosa importante e giusta. Ma il limite è quello di sapere anteporre il bene di tutti e credo che oggi nessuno si possa permettere di mettere in discussione il 41 bis; la lotta alla mafia, alla criminalità organizzata o al terrorismo. Perché metterlo in discussione significherebbe minare la nostra stessa pacifica convivenza”.

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