Figliuolo torna a parlare di vaccini: “Per giugno avremo 45 milioni di dosi”. Ma i 500mila vaccinati al giorno restano utopia

«Nel trimestre che va da aprile a giugno avremo 45 milioni di dosi, vuol dire 15 milioni al mese. È la quantità giusta». In un colloquio con il Corriere della Sera, il generale Francesco Paolo Figliuolorassicura sugli approvvigionamenti e sul piano vaccinale. E, anche se si dice certo che «a fine maggio saremo comunque in grado di passare alle categorie produttive per far ripartire il Paese», ammette che non sarà possibile centrare subito l’obiettivo dei 500milavaccinati al giorno. Allo stato attuale, insomma, la campagna continua a languire, tra dosi che tardano ad arrivare e problemi organizzativi.

Ieri la struttura commissariale ha diramato una nota con le tempistiche: nella settimana dal 15 al 22 aprile, vale a dire da dopodomani al prossimo giovedì, le Regioni riceveranno «complessivamente 4,2 milioni di dosi», con una stima di «315mila somministrazioni giornaliere». Nel dettaglio si tratta di due forniture da 1,5 milioni ciascuna di Pfizer; circa mezzo milione di Astrazeneca o Vaxzevria, come si chiama ora; oltre 400mila dosi di Moderna; più di 180mila dosi di Janssen, vale a dire Johnson & Johnson. Successivamente, dal 22 al 30 aprile, dovrebbero arrivare altri 4 milioni di dosi. Inoltre Figliuolo, come riportato ancora dal Corsera, conta sul fatto che le case farmaceutiche mantengano la promessa sulle dosi aggiuntive, che nella stessa settimana dovrebbero essere 400mila di Janssen e un milione di Pfizer.

I conti dello stesso quotidiano di via Solferino però chiariscono che «di questo passo il 70% della popolazione sarebbe vaccinato a dicembre e non agli inizi di settembre come aveva annunciato». Anche su questo, però, riferisce Fiorenza Sarzanini che firma l’articolo, «Figliuolo dice di essere tranquillo: “Tra luglio e settembreavremo 84 milioni di dosi. Non ci sarà alcuno slittamento”». I conti di questo momento, però, preoccupano, come rileva Libero, che in prima pagina, con il titolo di apertura, lancia un «Allarme vaccini: sono quasi finiti».

L’articolo accende i riflettori su quanto labili siano le garanzie sui tempi da parte delle case farmaceutiche e, quindi, i conteggi che le assumono a fondamenta. E porta l’esempio di Johnson & Johnson che ha confermato la fornitura di 200 milioni di dosi all’Ue entro il 2021, ma «è vaga sulla consegna di 55 milioni di essi entro la fine di giugno», con evidenti ricadute sull’arrivo delle dosi ai singoli Stati membri. Quanto ai 4,2 milioni di dosi in arrivo per la settimana che si apre giovedì, Liberorileva che «non cambiano il totale previsto per questo mese, pari a 8 milioni, ossia a 267mila vaccini al giorno».

Una situazione che si inserisce nel contesto dei ritardi pregressi, a causa dei quali solo 9,2 milioni di italiani, il 15,4%, ha ricevuto almeno una dose di siero. Incidono le consegne mancate o slittate, ma incide anche l’andamento incerto di una campagna vaccinale segnata da continue incertezze di varia natura, da quelle logistiche a quelle sulle priorità, fino a quelle metodologiche, che ora esplodono con il dibattito su quando somministrate la seconda dose. Così finisce che nei magazzini italiani le fiale stoccate facciano concorrenza a quelle somministrate. È avvenuto ancora la settimana scorsa, quando sono stati somministrati solo 2 milioni di dosi sui 3,3 consegnati, allontanando sempre un po’ di più, in attesa dei 45 milioni di dosi annunciati da Figliuolo, il fatidico traguardo dei 500mila vaccinati al giorno.

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