«L’impatto del taglio del cuneo che stiamo realizzando è diverso dai precedenti e non è finito. Noi vogliamo andare avanti: la prima sfida è rendere i provvedimenti strutturali e allargarli ulteriormente». Giorgia Meloni, in un lungo intervento in videocollegamento al Festival dell’Economia a Trento, tocca tutti i punti forti dell’agenda politica: dall’emergenza in Emilia, alle riforme strutturali, dalla postura internazionale del governo ai rapporti con la Francia. Si sofferma sulla riforma dell’Autonomia differenziata (che «rafforzerà la coesione nazionale») e sulla lotta all’evasione («che non può essere una caccia al gettito»).
Meloni sa bene che la perfezione non esiste. E lo dice a proposito del peso della responsabilità di guida l’Italia in un momento tanto complesso. Si sente perfetta?, le chiedono. «I difetti possono essere anche un’occasione, ma devi sapere quali sono. Io per esempio sono diventata secchiona perché ero insicura. E siccome sono anche orgogliosa, alla fine ho utilizzato quella che era una debolezza trasformandola in un punto di forza. Questa consapevolezza è quel che fa la differenza, e questo lo dico soprattutto alle donne».
Poi punta i riflettori sul nodo dei “salari da fame” e sull’inflazione. «Si dice che bisogna immaginare un salario minimo legale. E poi si dice anche che abbassare il cuneo e rafforzare le buste paga è inutile. Sono cose che non stanno in piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale. Che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang». Davanti alla platea del Festival dell’Economia, poi, Meloni sottolinea la nuova postura dell’Italia sulla scena internazionale. «Oggi è quella di una nazione seria, che cammina a testa alta nella storia ed è affidabile. Dove però affidabile non significa accondiscendente».
Cosa c’è dietro quella mano nella mano con Biden al G7 di Hiroshima? «Biden nella foto mi abbraccia e mi prende la mano. Semplicemente è stato un gesto di simpatia e vicinanza umana. Ho letto ogni genere di ricostruzione, un po’ di polemiche, si tratta di gesti umani», ribadisce Meloni, abituata alle critiche delle opposizioni che scandagliano ogni suo gesto per processarla gratuitamente. Quella foto, al contrario, rivela la totale falsità della narrazione fatta da certa stampa e certa sinistra, prima e durante la campagna elettorale. «Dicevano che con Meloni a Palazzo Chigi l’Italia sarebbe stata isolata a livello internazionale, che sarebbe stata chiusa in un angolo. E che sarebbe diventata un reietto internazionale, Invece…».
Sull’emergenza alluvioni, dopo il maltempo che si è accanito sull’Emilia Romagna, ribadisce che il governo sta facendo tutto quello che può. E di aver trovato sul luogo un popolo che spala il fango con l’orgoglio negli occhi . «L’ondata di maltempo è stata eccezionale. Complessivamente in 15 giorni è caduta metà di tutta la pioggia che cadrebbe mediamente in un anno. Oggi per noi non è ancora possibile avere una quantificazione complessiva dei danni che ovviamente sono ingenti’». L’Emilia è la locomotiva d’Italia, occorre farla ripartire subito. «Ci siamo concentrati per dare risposte immediate alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie, agli studenti, al comparto agricolo, sportivo, al mondo delle sanità. Abbiamo lavorato a 360 gradi per dimostrare che non ci saremo voltati dall’altra parte non solo perché è doveroso per quei cittadini ma anche perché è importante per l’Italia nel suo complesso».
Poi definisce preziosa la visita della von der Leyen in Italia. «Perché una cosa è vedere i dati, una cosa è vedere di persona. Ovviamente attiveremo il Fondo di solidarietà, ma l’Ue può aiutarci con la flessibilità dei fondi, anche del Pnrr».