Farsa crisi di governo, la passerella al Colle al via con Casellati e Fico. Il piano B….

Crisi, la sfilata al Colle comincia con la Casellati e Fico ricevuti dal presidente Mattarella. No-comment al termine dell’incontro. Ma quel silenzio istituzionale fa solo da sponda al proliferare di voci e indiscrezioni, che si susseguono per tutto il pomeriggio. Mentre impazza il totonomi, di ora in ora spuntano le ipotesi di un piano B sul tavolo. E le loro puntuali smentite. Ma andiamo con ordine. Il Salone delle Feste del Quirinale si è aperto oggi. È lì dove che si svolgeranno le dichiarazioni delle varie delegazioni dei prossimi giorni. Ed è sempre lì che oggi hanno aperto le danze dei colloqui con il presidente della Repubblica, i presidenti di Camera e Senato: Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Prima dell’avvio delle consultazioni, Mattarellaha rivolto un breve saluto ai giornalisti. Poi, il carnet del ricevimento ha ufficialmente dato il via agli incontri istituzionali. Mezz’ora di colloquio con ciascuno dei due presidenti delle Camere e nessun commento all’uscita. Intanto, però, nei corridoi della politica echeggiano rumors e indiscrezioni. Si affastellano nomi e ipotesi che aggiungono carne al fuoco della crisi.

Dunque, il totonomi impazza tra i Palazzi del potere. Proprio mentre le quotazioni del Conte ter perdono quota di ora in ora. L’allargamento della maggioranza non decolla: l’ipotesi ammucchiata selvaggia sembra rimanere al palo. I nomi ai blocchi di partenza vengono dati per competitor in corsa, con una sola certezza: Renzi e il ruolo da lui ricoperto fin qui divide et impera. E così si torna a parlare con insistenza di un governo politico guidato da un tecnico, sul modello dell’esecutivo Ciampi. Ossia il governo guidato nel 1993 dall’allora Governatore della Banca d’Italia. I nomi che girano con insistenza per una soluzione di questo tipo sono quelli che circolano ormai da giorni senza che i colloqui con il capo dello Stato lascino però trapelare il minimo fondamento. Si parla di Carlo Cottarelli. Di Marta Cartabia e di Luciana Lamorgese, con le due donne in pole. Mentre l’ipotesi Mario Draghi sembra tramontare definitivamente: in pochi credono che l’ex numero uno della Bce potrebbe mai accettare. Addirittura, in calce alla top five, spunta anche l’ipotesi Ignazio Visco: forse più in onore di un vero e proprio “remake” del governo Ciampi, che per altro.

Le ore passano. Il tutti contro tutti nel centrosinistra prende drammaticamente forma. Specie quando il toto-nomi entra nel vivo. E si fa più interessante quando si ragiona su un governo tutto politico. Un quadro che vedrebbe Conte col cerino in mano, tanto più se la maggioranza dovesse restare invariata. In questo caso, in cima alle quotazioni, comincia a farsi strada nel pomeriggio l’ipotesi Di Maio premier. Ma è lo stesso titolare della Farnesina a smentire l’eventualità. Bollandola come strategia mirata solo a creare tensione con il premier uscente. Lo stesso che grillini e Pd insistono a riproporre anche per il “ritorno” in un Conte ter che appare sempre più in salita.  E così Di Maio passa buona parte del pomeriggio a ribadire, a più riprese, il pieno sostegno a Conte. Forse più per allontanare i dubbi di un suo interesse a prenderne il posto che per la reale convinzione strategica. A tirarlo in ballo ci ha pensato anche l’ex ministra renziana Teresa Bellanova, che ha detto chiaramente, alle telecamere di Tgcom24, che Conte non è l’unico nome. E che su Di Maio Iv non porrebbe alcun veto.

Sempre sul fronte M5S, si fanno anche i nomi del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e del presidente della Camera Roberto Fico, che tuttavia accetterebbe -è pronto a scommettere chi gli è vicino- solo se il Colle lo mettesse all’angolo per uscire dalla crisi con un governo istituzionale. Sul fronte Pd, invece, circolano i nomi del segretario dem Nicola Zingaretti, ma anche del suo vice, Andrea Orlando. Di Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e del responsabile del Mef, Roberto Gualtieri. Poi, quando nelle ultime ore comincia a circolare la voce di un possibile ritorno a Roma e a Palazzo Chigi di Paolo Gentiloni le carte in tavolo, coperte o scoperte, ormai fa poca differenza, volano in aria. Troppi giocatori stanno ancora provando a sparigliare.

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