“Green pass infame tessera verde” e Facebook oscura la pagina di Diego Fusaro

«Misteriosamente è sparita all’improvviso la mia pagina Facebook ufficiale (Diego Fusaro)! Stiamo cercando di capire cosa è successo». Ne dà comunicazione sul suo account Twitter lo stesso filosofo. 

Non sono chiare le ragioni che hanno indotto Facebook a bloccare la pagina di Diego Fusaro. È già capitato, tra gli altri anche alla pagina satirica di Osho, che la piattaforma di Zuckerberg abbia bloccato temporanemente un account ufficiale. In alcuni casi per problemi tecnici, per segnalazioni o per bizzarre decisioni degli algoritmi. Pertanto, per avere conferma che sia una vera e propria censura c’è bisogna di tempo. 

Probabilmente, il fattore scatenante è stata una diretta Facebook nella quale Fusaro ha preso posizione contro il green pass e l’obbligo vaccinale anche per i bambini.  È plausibile che siano arrivate più segnalazioni che hanno portato la piattaforma social a bannare il filosofo sovranista.

Le posizioni di Fusaro sulla campagna vaccinale (negli ultimi giorni ha concentrato l’attenzione sull’immunizzazione dei bambini), come quelle sulle mascherine – in passato – e sui “poteri forti” contro cui si “batte” da anni.

Fusaro, citando la proroga a 12 mesi del green pass, ha espresso la sua opinione sul sito di Radio Radio.«Come volevasi dimostrare, Quod erat demonstrandum, l’infame tessera verde lungi dall’essere una scocciatura passeggera destinata durare. Lo inferiamo non solo dalle parole testé citate dal dottor Bassetti ma anche quelle di qualche giorno addietro del Ministro della Salute Speranza il quale pure si era espresso a favore ella possibilità della proroga dell’infame tessera verde della discriminazione a norma di legge, dell’apartheid terapeutico e dulcis in fundo del partito unico del grande reset turbo-capitalistico. Ebbene possiamo dire dunque che l’infame tessera verde è destinata a durare, forse anche a diventare un documento inaggirabile per il futuro dei sudditi nel quadro nel nuovo leviatano tecno-sanitario».

Concetti che, evidentemente, non rispettano la “policy” del gigante californiano. 

Pubblicato da edizioni24

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