“Si rafforzano le ragioni del dialogo tra le opposizioni”. Giuseppe Conte si aggrappa a una frase fatta nella notte più dura da quando è il capo politico del Movimento 5 Stelle. Di sconfitte, da quando non è più premier, l’avvocato ne aveva già dovute affrontare ma il voto delle elezioni europee è il verdetto più duro, perché di fatto sconfessa la sua linea durante tutta la campagna elettorale.
Il Movimento esce con le ossa rotte dalle urne, con un risultato a cavallo del 10% e il Pd di Elly Schlein abbondantemente sopra il 24%. Un doppiaggio da Formula 1 che cambia gli equilibri nel centrosinistra.
In via di Campo Marzio, sede del partito a Roma, il clima è funebre. Conte, davanti ai giornalisti, parla di “risultato molto deludente”. L’ammissione è inevitabile. “I giudizi dei cittadini sono inappellabili. Avvieremo una riflessione interna per capire le ragioni di un risultato che non è quello che ci aspettavamo. I nostri europarlamentari saranno assolutamente coerenti rispetto agli impegni presi in campagna elettorale”. Bisogna capire, certo, cosa e quanto potranno fare a Strasburgo i 9 o 10 grillini che avranno conquistato la poltrona.
“Il nostro impegno politico non marca nessuna battuta d’arresto”, assicura Conte, concludendo. E sui i suoi eletti: “Saranno costruttori di pace, si batteranno a ogni livello per dire no all’austerity, contrasteranno e cercheranno di rafforzare la legalità, per un’Europa più verde e per rafforzare diritti per giovani e donne. Insomma un’Europa sociale, democratica e sicuramente più inclusiva. Il nostro impegno politico non marca nessuna battuta d’arresto, lavoreremo sicuramente sul piano interno per l’alternativa a questo governo”.