Ergastolo per Benno Neumair: uccise i genitori e gettò i corpi nell’Adige

Benno Neumair, il 31enne bolzanino che il 4 gennaio 2021 uccise i genitori, è stato condannato all’ergastolo con un anno di isolamento diurno dalla Corte d’assise di Bolzano, presieduta dal giudice Carlo Busato. Peter Neumair, 63 anni, e Laura Perselli, 68 anni, erano entrambi insegnanti in pensione. Dopo averli uccisi nella loro abitazione, il figlio gettò i corpi nel fiume Adige.

Come riporta Tgcom24, non presente in tribunale alla lettura della sentenza manca Benno. «Aspetteremo le motivazioni e poi decideremo se impugnare. Era difficile evitare l’ergastolo, ma noi andremo avanti con la nostra battaglia», ha commentato l’avvocato difensore Angelo Polo, aggiungendo che «è difficile dire se se lo aspettasse o meno. Benno sta come è sempre stato negli ultimi trent’anni: come un malato di mente».

Nel marzo dello scorso anno fu lo stesso Benno Neumair a confessare il duplice omicidio dei genitori. Nei verbali dei due interrogatori, desecretati dalla Procura di Bolzano, l’indagato, alla presenza dei difensori, aveva ammesso le sue responsabilità. «Il fatto che Benno abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà la sera del 4 gennaio – aveva detto Madè, la sorella del giovane personal trainer subito dopo la confessione – per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 5 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all’accaduto, stento a credere – aveva continuato – come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce».

Il 4 gennaio del 2021 uccise i genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, e gettò i corpi nell’Adige. Benno Neiumair, 30 anni, insegnante di matematica e appassionato di culturismo, il giorno del delitto denunciò la scomparsa del padre e della madre, due insegnanti in pensione di 63 di 68 anni. Raccontò che amavano passeggiare, seguì le ricerche, mostrandosi preoccupato. Ma la sua versione non convinse gli inquirenti, e la procura di Bolzano dopo due settimane lo indagò con l’accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere. L’appartamento di famiglia fu posto sotto sequestro per gli accertamenti del Ris dei Carabinieri. Dieci giorni dopo, il 29 gennaio, Benno venne arrestato.

Il 6 febbraio, nelle acque del fiume Adige il ritrovamento del corpo della madre, Laura. Benno, in carcere a Bolzano, crollò e confessò il duplice omicidio: il padre sarebbe morto strangolato dopo una colluttazione seguita a una lite, la madre dopo, appena rientrata in casa. Il 27 aprile venne ritrovato anche il corpo del padre Peter. Il 20 maggio la Corte di Cassazione dichiarò inammissibile il ricorso presentato dalla difesa contro il fermo, stabilendo che Benno doveva rimanere in carcere, alla luce di un concreto pericolo di fuga. Oggi la sentenza dei giudici di Bolzano, che hanno accolto tutte le richieste dell’accusa, ed emesso la sentenza di condanna all’ergastolo, con un anno di isolamento diurno e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

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