By Carmine Pannone
Un gruppetto di ragazzi, forse di passaggio. Vogliono divertirsi. Fanno tappa fra Ercolano e Portici. Hanno con sé una bottiglia di Champagne, di quelle acqua e zucchero che escono dai Pandoro. (Scadente insomma). Poof, salta il “tappo” e finisce in faccia a “Mangiafuoco”. Uno ride, l’altra corre: tic tac, rompe il tacco e inciampa faccia a terra, è mangiafuoco. È tutto un ridere.
Sembrava stesse sui monopattini, che già ci stanno antipatici perché essi hanno facoltà di filare fino a 20 chilometri all’ora perfino sui marciapiedi. Infatti, proprio mentre assistiamo alla scena del tappo di spumante e di mangiafuoco, dal gruppetto sopraggiunge un’altra voce: mangiafuoco vuoi provare il monopattino elettrico? Oddio, penso. Con rispetto parlando questa lo sfonda o ci sfonda.
Le città ormai sono trappole per chi cammina. I comuni si preoccupano di tutti coloro che vivono negli agglomerati urbani, tranne che dei pedoni. Provate ad immaginare mangiafuoco sul monopattino a tutta velocità, senza controllo, nella vostra direzione. Aiuto. Si salvi chi può. Sono state realizzate decine di piste ciclabili sulle quali sfrecciano donne e uomini impegnati a pedalare. Gli spazi per le automobili e i parcheggi si sono ridotti e per i motorizzati circolare è sempre più difficile.
Gli automobilisti, che caricano di soldi l’erario, sono considerati dei paria. Non bastasse, adesso sono piombati nel casino generale anche i monopattini elettrici che sembrano zanzare impazzite come il “tappo di spumante” che colpi la faccia di mangiafuoco. Terrorizzano gli sfigati insomma. Questi nuovi aggeggi, usati con disinvoltura motoria soprattutto da giovanotti e giovanotte, zigzagano dovunque. Chi li maneggia mostra di divertirsi un mondo, infatti, sempre dal gruppetto di ragazzi provenienti dal nord Italia, si fa avanti un’altra ragazza: ora vi faccio vedere come si monta. E a furia di montare sembrava la maionese, impazzita. Infatti, noi pronti a schivarla. Conviene schivarla altrimenti bisogna raccomandare l’anima al Signore. I monopattini sono armi letali che hanno già ucciso una persona, che non resterà l’unica vittima. Aspettiamoci una ecatombe, dato che i fruitori di questo mezzo innovativo e micidiale sono destinati ad aumentare per effetto della moda che li promuove.
Personalmente non avrei nulla da dire se tali schegge a rotelle come i tappi di spumante, impazziti, compissero i loro slalom lungo le carreggiate riservate a moto e macchine, ma il fatto che gironzolino impunemente sugli spazi pedonali tra signore e signori, magari mamme oneste e serie che spingono carrozzelle recanti i loro pargoli ci terrorizza e suscita in noi profonda riprovazione. Già vivere in una metropoli è complicato, anche perché i conducenti di utilitarie e supercar se ne fregano delle cosiddette zebre riservate a noi poveri tapini, se poi a costoro si aggiungono i monopattinisti abilitati a correre dribblandoci come fossero quel tappo di spumante, impazzito, beh, allora è finita. Ci toccherà stipulare polizze assicurative per proteggere le nostre gambe e non soltanto quelle. Rivolgiamo una supplica ai responsabili dei municipi, sindaci e assessori: lasciate pure che i bulli dei monopattini si schiantino contro tram e autobus, ma fate in modo che risparmino i nostri stinchi e i nostri piedi che sono arti indispensabili per andare a lavorare e rientrare a casa. Il gruppetto si dilegua. La puzza di tappo e dello Champagne, rimane.