Ercolano, Peluso: “le minacce del trans Salvatore, la mantenuta in ricreazione, la papessa travolta dallo scandalo del marito: ecco a voi il Circo Orfei”

By Elio Peluso

Alcuni vecchi post di Maga Magò di Ercolano imbarazzano gli inquirenti. Le minacce del Trans Salvatore che gestisce case di appuntamento. La Papessa invischiata nello scandalo del marito.

Questa settimana troviamo il trans marito e padre, poi la transizione da uomo a donna e il successo con il film “le minacce al bambino”. È la star del momento. O meglio: lo era. Nella regione campania deluchiana proporremo una candidatura al trans all’Oscar come miglior vigliacco. Nonostante la moto (il pappagallo) e qualche tatoo sul petto ad impressionare qualche scolaretta. Ma cosa succede se dal passato del trans riemergono scandali di ogni tipo? Succede l’immaginabile. Perché quelle minacce sono troppo per l’indiscusso tempio del woke dove il politicamente corretto è religione suprema. E cosi il trans uappo, fiore all’occhiello e modello da seguire per ragazzine illuse, per mano della papessa diventa una Star. Ora non resta che vedere se l’Academy la premierà comunque. E allora sapremo se la bandiera arcobaleno vale di più della realtà. Sarà sicuramente una sfida interessante: ce la stiamo gustando come se fossimo al cinema con un sacchetto di popcorn in mano. Resta comunque una ricompensa di 1000 euro a chi può darci informazioni sul trans barba lunga moto modello pappagallo e tatoo.

In classifica, abbiamo la bambina mantenuta in ricreazione. La papessa gli ha sottoposto un copione: con le provocazioni abbiamo fatto flop. Ritirati. Frequenta di meno il trans. Aspettiamo qualche passo falso perché si sta mettendo male. Più o meno dev’essere andata così. La bambina mantenuta ne ha combinate di tutti i colori. Dopo un breve periodo di prostituta, coperta da un finto assistenzialismo, corre ai ripari. O almeno tenta. Ma ormai è troppo tardi. La Pinocchia di Collodi, accompagna i bambini nel Paese dei balocchi grazie all’aiuto della papessa col marito agli arresti domiciliari. Ancora una volta il malaffare col colletto bianco riesce a dare il peggio di sé. Un classico. Anziché ammettere che nella vicenda hanno giocato sporco e quindi di costituirsi prima che sia troppo tardi, giocherebbero a loro vantaggio le attenuanti, continuano a fingere che tutto va bene. Anzi. Che la verità appartenga a loro. Un vittimismo di seria A.

Ma nel tritacarne finisce appunto la papessa, che nella foga di frenare qualcuno, appariva vegente agli occhi degli inquirenti sventolando un curriculum vitae che, secondo la papessa doveva essere continuità nonostante i fatti fossero completamente diversi. Avendo da esempio il marito, finito invischiato in un brutto affare, soldi, minacce e botte. Siamo in Campania. E il business funziona così. Come quando grazie all’amicizia tacco e punta scriveva copioni e garantiva vittorie in nome di una presunta collaborazione. È scritto nero su bianco nelle carte dell’inchiesta. Come è scritto anche di un presunto giro di mazzette.

Nel mirino delle indagini è finito anche un concessionario di auto del casertano, il trans con la barba anche a seguito di acquisti di prima classe assicurativi e finti sinistri stradali, l’avvocatessa e la papessa. A volte il trans dovrebbe proprio imparare l’arte del silenzio.

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