Epatite negli under 16, 106 casi in Europa. In Italia 35 episodi. Ancora ignote le cause

Sono tra 102 e 106 i casi di epatite acuta a eziologia sconosciutaidentificati nei bambini in Europa. Dopo che è scattato l’alert a livello internazionale. Sulla scia di un rialzo dei casi osservato inizialmente nel Regno Unito. Di questi, 35 sono segnalati dall’Italia. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento diffuso oggi dall’Ecdc. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

I casi hanno raggiunto approssimativamente quota 450 nel mondo. Compresi i 163 del Regno Unito. E si registrano anche 11 morti. Segnalati dall’Indonesia (5), dalla Palestina (1) e dagli Stati Uniti (5). L’allerta è stato lanciato il 5 aprile dal Regno Unito. Da allora si è alzato il livello di attenzione in tutti i Paesi. “Non è ancora chiaro se i casi identificati a seguito dell’allarme facciano parte di un reale aumento. Rispetto al tasso basale di epatite ad eziologia sconosciuta nei bambini”. I meccanismi patogenetici della malattia sono ancora oggetto di studio.

“Una possibile associazione con l’attuale infezione da adenovirus è stata trovata in casi nel Regno Unito. Ma sono allo studio altre ipotesi e possibili cofattori. La maggior parte dei casi continua a essere segnalata come casi sporadici non collegati. I casi rilevati nell’Ue – si legge nello studio –  sono stati segnalati secondo la definizione di caso data da Ecdc/Oms. Che comprende quelli classificati come confermati, quelli probabili e i casi collegati. I casi identificati sono stati segnalati da 14 Paesi. Ildato più alto è quello italiano, seguito dal bilancio della Spagna (22 casi). Mentre tutti gli altri Paesi sono sotto la decina.

Fuori dall’Ue spicca il dato del Regno Unito, che al 3 maggio 2022 ha identificato un totale di 163 bambini sotto i 16 anni. Dei quali 11 hanno ricevuto un trapianto di fegato secondo quanto riferito dall’Ukhsa (Uk Health Security Agency). Al di fuori di Ue/See e Regno Unito, a ieri si contavano almeno 181 casi. Segnalati da Argentina, Brasile, Canada, Costa Rica, Indonesia, Israele, Giappone, Panama, Palestina, Serbia, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti (dove si concentrano 109 casi).

Il 28 aprile scorso l’Ecdc ha stabilito che i dati venissero segnalati nel sistema europeo di sorveglianza (Tessy). Sulla base di un protocollo definito che incoraggia i Paesi a farlo. A breve è atteso un report basato proprio sui dati che verranno riportati in questo sistema. L’Ecdc “continuerà a monitorare con le sue attività di intelligence epidemiologica“.

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