Energia, la proposta di Rampelli (FDI): “Investire sui pannelli fotovoltaici e favorire accordi Enel-Ferrovie”

«Ricordo quando il presidente del Consiglio Draghi venne alla Camera assicurando che avrebbe chiesto una deroga alla Commissione europea per sfruttare il più piccolo appezzamento di suolo per l’emergenza alimentare. Una posizione questa sulla quale ci stiamo battendo perché quella alimentare è un’emergenza grave tanto quella energetica. Le energie rinnovabili sono indispensabili per crescita sostenibile dell’umanità ma penso anche che sia necessario investire sui pannelli fotovoltaici senza consumare terreni agricoli». È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo al primo CityLab 2030, Sviluppo e Sostenibilità Urbana, organizzato da Cluster Energia e da GreenHill Advisory, nel corso del quale città come Milano, Roma, Bologna, Brescia, Parma, Napoli, aziende energetiche e società si sono confrontate sulle buone pratiche per la sostenibilità urbana.

«Ci sono milioni di ettari – ha aggiunto Rampelli – che possono essere utilizzati in alternativa alle aree destinate alla coltivazione: come si sa non ci si può nutrire di silicio. Mentre i pannelli possono essere posizionati nelle aree urbanisticamente compromesse, nelle periferie delle città, nelle aree industriali, sulle reti stradali, autostradali e ferroviarie. Faccio un esempio: tornando da una conferenza in Alto Adige, percorrendo l’autostrada del Brennero ho notato che quella provincia aveva sostituito le barriere acustiche con i pannelli solari. È stata una scelta geniale che si può estendere ovunque. Peraltro quando si parla aree agricole, di territorio e paesaggio di bisogna passare per nulla osta che rallentano i processi autorizzativi, mentre un semplice accordo tra Enel e Ferrovie dello Stato metterebbe in condizione in poche ore di realizzare il fotovoltaico su tutta la tratta del ferro».

«Poi abbiamo le centrali idroelettriche, anche loro appartengono alla famiglia delle fonti rinnovabili e sicuramente le si può migliorare con il circuito chiuso, ancora più importante in tempi di siccità. Secondo le previsioni l’anno prossimo avremo il 60% in meno di produzione idroelettrica. Si potrebbe far funzionare le centrali con la riconduzione forzata. Questo consentirebbe di mantenere la produzione attuale o perfino migliorarla, nonostante la siccità, conservando la quota del 17% di energia da idroelettrico rispetto al fabbisogno nazionale».

«Sono particolarmente affezionato a questa energia – ha concluso Rampelli – anche perché risponde al principio della sovranità per antonomasia. Proviene dalle montagne che appartengono a confini, deriva dall’acqua che è pubblica e le dighe sono state realizzate con i soldi dei contribuenti italiani e con il genio dei suoi ingegneri. Vanno valorizzate e non da date in gestione a stranieri come prevede il ddl concorrenza».

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.