Elly Schlein, ecco tutte le balle raccontate in campagna elettorale: si è inventata tutto

By Michele Zaccardi

A tradire l’affanno della rincorsa a Giorgia Meloni sono i dati. Perché Elly Schlein, nel tentativo di racimolare qualche consenso in vista delle Europee di sabato e domenica, non si fa cruccio di inventarli, i numeri. E così, pur di dare addosso al governo, la segretaria dem negli ultimi tempi ha inanellato una non indifferente di cantonate. Se non fosse per la malafede, ci sarebbe da preoccuparsi. Perché Schlein sembra vivere in un mondo di fantasia. Dalle sforbiciate alla sanità alla precarietà dilagante, le accuse che la segretaria ha rivolto al governo sono quasi sempre prive di fondamento. Ecco qualche esempio.

“La priorità è la difesa della sanità pubblica universalistica contro i tagli e la privatizzazione di Giorgia Meloni e del suo governo”. I tagli di cui parla la segretaria dem non esistono. Certo, rispetto al 2020 la spesa sanitaria in percentuale del Pil è scesa dal 7,4% al 6,3% del 2023. Ma sale al 6,4% nel corso di quest’anno. E poi basta allargare un po’ l’ottica per rendersi conto che i tagli alla sanità li hanno fatti i governi sostenuti dal Pd. Dal 2011, esecutivo Monti, al 2018 (premier Gentiloni), il fondo sanitario nazionale è passato da 106,9 miliardi a 113,4 miliardi. Appena 6,5 miliardi in più in otto anni. Gli stanziamenti, ovviamente, sono aumentati dopo la pandemia, toccando i 122,7 miliardi nel 2020 e i 131,1 nel 2023. L’ultima legge di bilancio ha incrementato ha previsto risorse aggiuntive per 3 miliardi nel 2024, per 4 miliardi nel 2025 e per 4,2 miliardi dal 2026. Quest’anno, stando alle tabelle del Documento di economia e finanza (Def), la spesa sanitaria sale di oltre 7 miliardi sul 2023, toccando quota 138,8 miliardi. Nel periodo 2025-2027, si legge sempre nel Def, gli esborsi cresceranno del 2% annuo, con la spesa che raggiungerà la cifra di 147,4 miliardi alla fine del triennio.

“Questo governo ha alzato le braccia nel contrasto all’evasione fiscale“. Per confutare l’affermazione della leader dem basta un numero: 24,7 miliardi di euro. Sono gli incassi della lotta all’evasione realizzati nel 2023. Come riporta l’Agenzia delle Entrate, è la somma più alta di sempre, cresciuta di 4,5 miliardi rispetto al 2022 (+22%). Buona parte del recupero deriva dai versamenti diretti dei contribuenti, inclusi i ravvedimenti operosi, (11,6 miliardi). Altri 4,2 miliardi provengono da attività mirate alla promozione della compliance, mentre 3,8 miliardi sono stati riscossi tramite cartelle di pagamento. Un importante contributo, pari a 5,1 miliardi, è stato dato poi dalle misure varate dal governo, come le rottamazioni e la pace fiscale. “L’incremento dell’occupazione in Italia non arriva grazie al governo, che sta invece aumentando la precarietà”. Che sia merito del governo o meno, resta un fatto incontrovertibile: il mercato del lavoro italiano non è stato mai così in salute come ora. Come rileva l’Istat, gli occupati sono arrivati alla cifra record di 23 milioni e 975mila, per un tasso di occupazione al 62,3%, mentre i disoccupati sono al 6,9%. In un anno, tra aprile 2023 e aprile 2024, è stato creato oltre mezzo milione di posti di lavoro. E il precariato? Anche qui i numeri parlano chiaro. Il lavoro infatti è diventato più stabile.

Gli ultimi dati Istat relativi ad aprile evidenziano che l’incremento di 516mila occupati in un anno è dovuto alla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+444mila) e degli autonomi (+154mila), mentre i precari, ovvero chi ha un contratto a termine, sono calati di 82mila unità. “Noi abbiamo un progetto straordinario per la sanità, bisogna che pesi il 7,5% del Pil in linea con gli altri Paesi”. Vasto programma, si direbbe. Soprattutto perché il “progetto straordinario” di cui parla Schlein non sta in piedi. Come ha riportato Luciano Capone sul Foglio, il 26 febbraio scorso i dem hanno presentato alla Camera una proposta di legge (prima firmataria Schlein) sulla sanità che prevede di aumentare la spesa dello 0,21% all’anno dal 2024 al 2028, per arrivare a regime a un finanziamento “non inferiore al 7,5 per cento del Pil”. Il Pd calcola l’incremento in 4 miliardi annui, per arrivare nel 2028 a un aumento strutturale di 20 miliardi. Tuttavia, nel frattempo, pure il Pil aumenta (passando dai 2.085 miliardi del 2023 ai 2.367 del 2027).

Quindi i 20 miliardi in più porterebbero nel 2028 la spesa sanitaria attorno a 160 miliardi, che sono sì il 7,4 per cento del Pil del 2024, ma sarebbero il 6,6 per cento del Pil del 2028. Ma c’è un altro punto che va sottolineato: nella proposta di legge le coperture non ci sono. Perché si fa riferimento “alle maggiori risorse derivanti dalla crescita economica” prevista dal Def. Purtroppo, però, quella crescita è già inclusa nelle proiezioni del Def e dunque non può essere usata a copertura di nuove spese. In subordine, il Pd propone di rendere “operativi meccanismi e misure aggiuntive di contrasto dell’evasione ed elusione fiscale e contributiva“. Il solito albero della cuccagna della lotta al nero. “Il governo ha fatto aumentare la precarietà dei giovani. E l’unico atto concreto sul lavoro è stato aumentare i contratti a termine, il 1° maggio dell’anno scorso”. Qui Schlein dà il meglio di sé. Perché non si capisce che dati abbia visto. Certo, con il decreto primo maggio del 2023 il governo ha reso più facile il ricorso a contratti a termine (con durata tra i 12 e i 24 mesi), ampiando le cosiddette “causali”, e cioè i motivi che devono essere indicati per la loro stipula. Tuttavia, sempre con quel provvedimento, l’esecutivo ha pure introdotto alcuni incentivi per sostenere le assunzioni a tempo indeterminato degli under 30.

Quanto poi all’aumento della precarietà giovanile, beh, questa è una panzana. Basta dare un’occhiata ai dati Istat: nel quarto trimestre 2023 gli occupati trai 15 e i 29 anni con contratto a termine erano un milione e 145mila, in calo di 120mila unità sullo stesso periodo del 2022 (quando erano un milione e 123 mila). Mentre ci sono 141mila dipendenti a tempo indeterminato in più (da un milione e 456 mila a un milione e 597 mila).

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