Elezioni amministrative Cardito Ecco chi è il candidato sindaco Marco Mazza

Avv. Marco Mazza
Candidato Sindaco

By Gaetano Daniele

Le elezioni amministrative del 21 e 22 settembre si avvicinano. Se dal 2012, attraverso la sua amministrazione, abbiamo avuto modo di conoscere il sindaco uscente e in corsa Giuseppe Cirillo, oggi vogliamo cogliere l’occasione, attraverso questo spazio, di conoscere e far conoscere meglio il candidato sindaco avv. Marco Mazza. Un ragazzo che pochi comuni d’Italia hanno il piacere è l’onore di proporre alla guida di Cardito.

Caro Marco, nonostante questa campagna elettorale sia partita subito con toni al vetriolo, anche da chi si oppone al vostro progetto, leggiamo di lei: il buono, il gentile, il competente, il disponibile, l’onesto. Ma, al netto delle edulcorazioni, chi è Marco?

Salve a tutti, mi perdoni innanzitutto la difficoltà nel parlare di me, ai narcisismi ho sempre preferito parlare di progetti e di idee. Ma suppongo che sia anche giusto presentarmi: ho 49 anni, sono un uomo libero, cattolico e con un cd di Guccini in auto.
Il mio impegno politico, per alcuni nuovo, non è iniziato oggi, né finirà domani perché non finirà con me. La stima e l’affetto trasversale raccolti in questi giorni sono la conferma di questo percorso a servizio della mia comunità che ha radici antiche. Ma, se permette, tra tutte le belle parole spese per me quella che preferisco è “il coraggioso”.

Si riferisce all’inferiorità numerica rispetto ai suoi avversari? A guardare i numeri, queste elezioni sembrano una guerra persa.

E’ proprio questo il bello: nel nostro progetto non si guardano ai numeri e non si fa la guerra. Come direbbe Guccini, “sarà forse un’assurda battaglia ma ignorare non puoi che l’assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi”. La mia candidatura a sindaco non è una guerra a nessuno. E’un manifesto in cui la “buona” vecchia politica cammina insieme al futuro, a quei giovani talentuosi e per bene, il capitale umano di Cardito, quelli che per gli altri vanno tristemente sotto il nome di “riempilista”.Per questo non m’importa dei numeri. I nostri candidati non sono voti, sono persone, hanno un nome, hanno una vita da raccontare. Questa campagna elettorale, data anche l’emergenza sanitaria, non ci permette di farveli conoscere come meritano, ma sono ragazzi con cui Cardito ha un debito di riconoscenza, perché non ha saputo dare loro nulla se non un letto in cui dormire, eppure, nonostante tutte le deviazioni possibili, tutte le scorciatoie promesse, hanno scelto di studiare, di vivere nell’onestà e di essere incorruttibili. Noi non abbiamo posti da promettere, non siamo fatti di cemento, siamo fatti di idee.

Quali sono le vostre idee per Cardito?

Cardito da troppi anni vive uno stato di morte celebrale. Una città dormitorio, le uniche forme di vita sono i cantieri, una città in cui nemmeno i morti riposano in pace, per non parlare dei fatti di cronaca che ci hanno visti coinvolti, tristemente a livello nazionale.

A cosa si riferisce?

Parlo di concorsi truccati, di bambini abbandonati al degrado sociale e culturale. Davanti a tutti questi episodi che hanno travolto la nostra comunità, ci si sarebbe dovuti stupire di una mia non candidatura. Calvino scriveva “anche per chi ha passato tutta la vita in mare c’è un’età in cui si sbarca”, dopo una vita spesa a scardinare tutto questo da dentro, ora è il momento di scendere e andare in collisione diretta a tutto questo. Questo scontro richiede il coraggio di abbandonare quella sicurezza e quella forza che danno i grandi simboli politici. Anche a livello nazionale il sistema partitico è fallito. Le persone hanno la piena percezione di quello che, ormai, rappresentano: macchine di potere, che nulla sanno delle esigenze umane e del bene comune. A livello locale, men che meno ha senso vestirsi di certi simboli e valori. Noi non abbiamo sovrastrutture, non ci vestiamo di nulla se non della politica, nella sua accezione più nobile. Una politica che vive del suo fine ultimo: unire le solitudini, scardinare gli egoismi in virtù di un benessere collettivo. La nostra non-guerra è la volontà di dare voce a chi, in questi anni, si è trovato il cemento e l’asfalto come unica forma di civilizzazione. Noi parliamo di scuola, di lotta alla dispersione scolastica, di formazione professionale, di servizio civile, di patti tra comuni per lotta agli incendi e agli sversamenti abusivi, di diritto alla salute attraverso un presidio sanitario che faccia di più e meglio, di videosorveglianza, di politica sociale, si sensibilizzazione ai temi di violenza domestica attraverso progetti mirati, di concorsi che premiano la preparazione e il merito, parliamo di assistenza agli anziani, di morti che possono riposare in pace. Di vita, di cultura, di arte, di tutte quelle cose che innalzano le persone ad un livello superiore di intelligenza emotiva ed empatia. Abbiamo tantissimi giovani musicisti e sportivi stimati ed acclamati da tutti ma ignorati dalla comunità di appartenenza. Noi parliamo di uno spazio immune alle facili promesse, alle pose, alle mani sulla città. Uno spazio filtrato da tutti quei sentimenti di nichilismo e abbandono che portano giovani e non giovani a non credere più a niente, in cui lo scopo è mantenersi a galla, come ne I Basilischi di Lina Wertmuller. Non siamo una metropoli in cui è giustificabile un sentimento di alienazione, siamo una piccola comunità e nelle piccole comunità come la nostra è profondamente triste arrendersi al pensiero dell’altro come un nemico da cui fuggire o da attaccare in una lotta alla sopravvivenza. Non so dire se basterà, ci sono cose in cui la preparazione, la competenza, la tenacia e fede possono non essere abbastanza. Ma non essere sufficiente non vuol dire essere inutile.
Noi stiamo gettando dei semi, perché il domani inizia oggi. Per questo dicevo che il mio percorso politico non finisce con me, i giovani che mi accompagnano sono la vera eredità e il vero risultato politico della mia candidatura.

Crede che la forza ideologica che connota il suo programma possa essere oggetto di derisione?

Mi perdoni l’accanimento con Guccini ma le rispondo che ride chi ha nel cuore l’odio e nella mente la paura.

Pubblicato da edizioni24

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