
Lo diceva spesso Silvio Berlusconi. La parola Golpe si è trasformata in verità. Non era una percezione, anzi. Grazie al trojan nel cellulare di Luca Palamara, è stato possibile confermare tutti i nostri sospetti. Soprattutto sulla sentenza del Tribunale civile di Milano e ad un audio con la voce del giudice di Cassazione Amedeo Franco, estensore dell’unica sentenza di condanna subita dal Cavaliere, sappiamo finalmente che quella di Berlusconi non era un’ossessione.
E Forza Italia passa al contrattacco e lancia la proposta di una commissione di inchiesta per la sentenza del 2013 .
Il golpe, appunto. Berlusconi era il bersaglio grosso, ma sono stati in molti a cadere nella ventennale guerra tra Parlamento e pm politicizzati.
Grazie alle chat intercettate di Palamara, abbiamo infatti scoperto che Salvini andava indagato e fermato. A conferma che il volto del “bersaglio” delle toghe sporche può anche cambiare, ma non il suo schieramento.
Prima Berlusconi, poi Salvini. Sempre nell’area di centrodestra a vantaggio di una sinistra morta e sepolta che non è stata in grado di vincere nemmeno con le sentenze a favore.