“L’ho cercata per quattro anni”. A parlare e raccontare la sua terribile esperienza a Dritto e Rovescio è Sandra Fardella. La donna ripercorre quanto accaduto nel 2010, quando l’egiziano che aveva sposato si è portato via la figlia: “Ho avuto il suo affidamento in Italia e in Egitto, ma nessuno me l’ha mai consegnata anche se c’era un ordine di consegna e un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti”.
La beffa? “Lui, grazie al matrimonio, aveva la cittadinanza italiana quindi era tutto organizzato apposta. Appena si è sposato con me, ha preso la bambina, messa in maniera legale sul suo passaporto ed è scappato”. Solo successivamente, nel 2014, la polizia egiziana l’ha trovata e riportata alla mamma: “Aveva nove anni e mezzo e pesava 24 kg, era sottopeso ed era di religione islamica integralista, con velo e non parlava più l’italiano e non era scolarizzata”.
Una storia ormai nota quella della piccola Sara. All’epoca il padre la portò a Malpensa e da lì a Parigi e infine al Cairo. Il giorno del “rapimento” fece una sola telefonata alla ex compagna per minacciarla con una frase lì per lì ambigua: “Guarda cosa ti combino”. La bambina provò a parlare con la madre, ma subito le venne strappata la cornetta dalle mani. Da quel momento il silenzio totale. “L’unica cosa certa – disse ai tempi l’avvocato di Sandra – è che il padre è affiliato a una cellula terroristica o comunque alla criminalità locale dell’Egitto meridionale quindi esistono problemi complessi per organizzare un blitz di recupero della bambina. La signora ha rilasciato dichiarazioni drammatiche tipo ‘Rimango qui, piuttosto mi faccio ammazzare’ e questo rischio è concreto visto che il padre è un criminale anche per le autorità egiziane sui cui pende un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minore”.