Dopo il politicamente corretto sugli auguri di Buon Natale, arriva un’altra proposta folle: via il sesso dalla carta d’identità. Sgarbi: “Erodono i valori cristiani”

Via il sesso dalla carta d’identità. E’ l’ultima follia che proviene dal Belgio, dove il governo ha deciso di far qualcosa che nessuno in Europa aveva ancora osato sperimentare per andare incontro ai dogmi dell’ideologia transgender. Ma chepotrebbe fare da apripista ad altri governi europei ossequiosi alla nuova religione laica. Come riporta Brussels Times, il genere scomparirà presto dalle carte d’identità belghe per fermare “l’esclusione delle persone non binarie”. Com’era facile prevedere la discussione si è accesa.

“Cancellare il sesso dai documenti è una iniziativa che fa il paio con quella tentata dalla Commissione Europea sul Natale”, è il commento di Vittorio Sgarbi. “E’ una erosione dei valori cristiani”. Il critico d’arte e leader del movimento Rinascimento ha commentato  all’AdnKronos l’iniziativa del Belgio di omettere il sesso nella carta d’identità. Che potrebbe a suo parere fare da battistrada a una analoga iniziativa della Ue. Per Sgarbi “è da condannare l’idea di sradicare dati culturali, che potrebbero anche essere politicamente non corretti; ma che rappresentano per il mondo cristiano quei valori che invece il mondo islamico non accetterebbe mai di cancellare”. Sottolinea ancora Sgarbi: “I musulmani non rinuncerebbero mai alle loro prescrizioni. Se i cristiani ci rinunciano è chiaro che saranno sopraffatti”.

“La tentazione che arriva dal Belgio di voler ribaltare le tavole della verità trasformando il falso in vero è estremamente preoccupante. Cancellando il sesso dalle carte d’identità non si fa altro che eliminare l’identità reale di una persona. Insomma, una mascheratura”. Così Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, si sfoga con l’Adnkronos. “Le mascherature – aggiunge – servono per fare carnevalate, sono l’opposto della realtà. E la realtà ci dice che il sesso maschile resta maschile e quello femminile resta femminile”.

La preoccupazione derivante da questa proposta belga è legata anche al fatto che due prove fanno un indizio. L’iniziativa  arriva infatti a pochi giorni dalla follia della Commissione europea sulla cancellazione delle parole Natale e Maria dalla comunicazone ufficiale. Due interventi a giudizio di Adinolfi che “rappresentano le due morse di una tenaglia che ha che a fare con la volontà di ribaltare il vero e imporre il falso”. Anche Maria Giovanna Maglie inquadra quest’ultima follia in una cornice più ampia e inquietante:

“E’ soltanto l’ultimo tassello di un processo più ampio che mira a fomentare “la deriva iper-progressista”. Per la giornalista gli elementi di questa deriva “ci sono tutti: sono partiti dai paesi anglosassoni e ora si stanno diffondendo in un’Unione Europea priva di spina dorsale e di principi. Un’ Unione nata per ribadirli e cresciuta per ammazzarli. Siccome non è una maggioranza a pensarla così, ma al contrario è una rumorosa dominante minoranza, spetterebbe alla maggioranza protestare e imporre la linea del rispetto dell’Occidente”. Il tentativo di abolire il buon Natale è abortito ma, come si vede, “ne seguono altri di vario genere”.

Il dibattito si incendia e intervengono le “vestali del dogma transgender. L’attivista Lgbt Marilena Grassadonia di Sinistra italiani plaude all’iniziativa, parla di “una proposta interessante che mette in luce il cambiamento in atto”. Anche Vladimir Luxuria si schiera col Belgio: “Quando compilo l’F24 per pagare le tasse si richiede, oltre a nome e cognome, di barrare la casella M o F. E io mi sono sempre chiesta…se pago le tasse, le pago. Punto. Perché interessa all’Agenzia delle Entrate sapere se sono maschio o femmina?

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