Intervista a cura di Fabio Rubini
Ministro, la Lega non ha mai smesso di sostenere Trump, anche quando sembrava che il partito Repubblicano l’avesse scaricato. Oltre alla prevedibile soddisfazione, qual è il suo giudizio su questa vittoria? Il governo sarà rafforzato dal suo successo?
«Sono soddisfatto perché sono convinto sia una buona notizia anche per l’Italia e per tutta Europa. Trump è determinato a evidenziare un tema fondamentale come quello della pace: dopo anni con i Democratici alla Casa Bianca abbiamo assistito a un inasprimento dei conflitti globali. Conto che il trend possa invertirsi. L’amicizia tra Roma e Washington non sarà mai in discussione e non potrà che migliorare».
Per alcuni commentatori la vittoria di Trump sarà una sciagura per l’Europa e la Nato. Per altri, invece, la nuova amministrazione americana potrà dare all’Europa quella spinta per cambiare, in meglio, il suo rapporto con gli europei. A partire dal patto di stabilità ormai obsoleto. Lei da che parte sta?
«Molti commentatori italiani, guardacaso di sinistra, hanno raccontato un film diverso scambiando i propri desideri con la realtà. L’Europa non potrà che migliorare la propria situazione, anche perché è impossibile fare peggio. Con Biden abbiamo assistito a un grave inasprimento dei conflitti mondiali, peraltro anche alle porte del Vecchio continente, e a troppe scelte economiche folli. Trump è pragmatico, un uomo del fare che su molti dossier parla la nostra stessa lingua: meno tasse, difesa dei confini, tagli alla burocrazia e protezione di famiglie e imprese. Sto pensando a un viaggio a Washington, anche per rafforzare i nostri rapporti con gli Usa. Siamo attrattivi per gli Stati Uniti, che guardano con interesse anche al futuro ponte sullo stretto».
Con Trump alla Casa Bianca cambieranno i rapporti con la Nato. Il piano di Trump è semplice: tutti devono contribuire, non solo gli Usa. C’è da aspettarsi che l’Italia farà la sua parte, anche in ottica di contare di più?
«Valuteremo dopo aver visto la proposta: di certo la Nato dev’essere uno strumento di protezione e difesa e non un soggetto che inasprisce i rapporti e i conflitti. Negli ultimi anni ho assistito a troppe dichiarazioni superficiali o pericolose. Anche su questo fronte, confido che l’amministrazione Trump possa offrire un cambiamento».
Tra le promesse elettorali di Trump c’è quella di mettere fine in tempi rapidi alla guerra in Ucraina. E’ arrivato il momento di forzare la mano sulle trattative di pace?
«Certamente sì. Oltre che per economia e controllo dell’immigrazione, è il tema della pace a essere fondamentale e a riempirmi di fiducia e di speranza. Mi piace sottolineare che la Lega, che i giornali di sinistra dipingevano come ormai ininfluente, invece fa parte del terzo gruppo europeo, a Pontida ha portato alcuni dei leader più rilevanti del Vecchio continente e siamo pronti a essere sempre più incisivi per contrastare alcune follie come quelle degli eco-estremisti».
Cambiamo argomento. Immigrazione. I decreti sicurezza varati dal governo, sul modello di quelli che lei aveva fatto da ministro degli Interni, hanno portato ottimi risultati sul contrasto agli sbarchi. Eppure una parte della magistratura sembra aver preso di punta i provvedimenti del governo. La tensione è alta. Si arriverà allo scontro istituzionale?
«Spero di no, ma bisogna essere in due a volerlo. E troppi magistrati di sinistra mi sembrano intenzionati a continuare la guerra al governo. Siamo di fronte a una situazione inaccettabile e pericolosa, unica in Europa, e il mio processo con sentenza il 20 dicembre lo dimostra».
In questi giorni è in discussione la manovra finanziaria. La Lega ha presentato emendamenti per cambiarla. Quali sono le aree nelle quali, secondo lei, questo documento può essere migliorato?
«Rafforzamento della flat tax, migliori garanzie per le pensioni, conferma del taglio del canone, più risorse alle forze dell’ordine. Ovviamente, va usato buonsenso per continuare ad alimentare le migliaia di cantieri che abbiamo aperto da Nord a Sud e che faranno ripartire l’Italia dopo decenni di troppi “No”. E lavoriamo sulla riapertura dei termini dell’ultima rottamazione».
Al netto dei fatti di cronaca degli ultimi giorni, anche oggi ci sarà l’ennesimo sciopero del trasporto pubblico locale. Tentare di bloccare l’Italia ogni due per tre è davvero la strategia giusta per risolvere i problemi del settore?
«In due anni ho incontrato e ascoltato tutti, ma ho difficoltà a confrontarmi con chi inneggia alla rivolta sociale danneggiando milioni di lavoratrici e lavoratori. Un conto è scioperare per chiedere più sicurezza contro i balordi che aggrediscono il personale di Trenitalia sui treni e nelle stazioni (e infatti siamo intervenuti e registriamo un calo del 19% delle violenze anche grazie ai vigilantes di Fs Security), un conto è lo sciopero generale contro un governo che aumenta lo stipendio a 15 milioni di lavoratori. La Cgil è l’unico sindacato in Europa a criticare il miglioramento dei salari!».
Tra un mese e mezzo arriverà la sentenza di primo grado al processo di Palermo. E’ preoccupato?
«No, ma certamente una condanna sarebbe un pessimo segnale per tutta l’Italia. La difesa della patria è dovere di ogni cittadino. Non lo dico io ma la Costituzione. Tutelare i confini del nostro Paese significa tutelare quelli dell’Europa».
Dopo le molte riforma fatte dal suo ministero, a che punto sono il nuovo codice della strada e il testo unico per l’edilizia?
«Il codice della strada sarà realtà entro poche settimane, il testo unico per l’edilizia all’inizio del 2025. Sono passaggi importanti per un’Italia più moderna e sicura».
Ultima domanda. Qual è lo stato di salute della Lega? In Lombardia al congresso si profila un “duello” Romeo-Toccalini. C’è già una data per celebrarlo? E per il congresso federale?
«Per me la parola data vale sempre, agli elettori come ai militanti. Come promesso, entro la fine dell’anno ci sarà il Congresso in Lombardia, e sono sicuro che sarà un congresso unitario nel nome della Compattezza e della crescita, mentre a inizio anno sarò ben contento di fare un congresso federale anche per indicare impegno e visione da qui al 2027».