Don “bella ciao” Biancalani querela Salvini. Osò dire: “Tutelo io il buon nome dei tuoi parrocchiani” Certo, che un prete così non si era mai visto (quereli anche noi?)

By Gaetano Daniele

Il prete comunista don Biancalani, sacerdote di Vicofaro, nel pistoiese, che trasfoemò la sua parrocchia in un rifugio partigiano, dando anche lezioni migratorie, ha deciso di querelare Matteo Salvini.

A breve i due si ritroveranno in un aula di tribunale a cantarsele di santa ragione, speriamo solo che Don Bosncalani non voglia farci ascoltate anche in quella occasione il suo repertorio partigiano?

A don Biancalani non erano piaciute alcune dichiarazioni di Sakvini. A dare il via alla diatriba, la decisione di un immigrato di nascondersi nel confessionale della parrocchia per sfuggire all’arresto per spaccio di droga. Il giovane, un nigeriano, era ospite della comunità gestita dal prete. Nella querela presentata per diffamazione a mezzo stampa, il sacerdote lamenta di essere stato offeso e diffamato come parroco, come insegnante di scuola e come uomo,. Come politico no? In più, sostiene che la moltiplicazione via social delle dichiarazioni dei due politici ha ingenerato “pregiudizio e provocato danno attraverso allusioni e falsità“. Infatti, don Biancalani ha annunciato querele a raffica anche contro quanti hanno commentato in misura ritenuta diffamatoria le parole di Salvini e Ceccardi. Uanemabella.

“Non capiscono i motivi che spingono Salvini e Ceccardi a denigrare la mia persona e a dire cose false – nota don Biancalani -. Io vorrei anche tollerare, sopportare ma c’è un limite a tutto: non accetto che mi si dipinga come un colluso“. Ma il Capitano e la Ceccardi non ci stanno. «Saremo noi – ha annunciato il leader della Lega – a querelare il “don”,per tutelare il buon nome dei parrocchiani e degli uomini di Chiesa che non vogliono essere accostati a episodi di criminalità, illegalità e sfruttamento”.

Ora la palla passa alle aringhe in tribunale da parte dei rispettivi legali.

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