Di Maio sui migranti parla da leader e fa l’anti-Conte. Poi ripensa alla poltrona e smentisce tutto

Sui migranti bisogna fare di più e meglio. E’ questo quello che Luigi Di Maio va ripetendo da giorni, invocando quella linea dura che a destra è il cavallo di battaglia dei due leader più seguiti e ammirati, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Così, nei giorni in cui gli hotspot dell’isola di Lampedusa scoppiano e gli sbarchi si susseguono, Di Maio fa sentire la suo voce e parla perché Conte ascolti. Dice che bisogna fermare le partenze, bisogna che i migranti rispettino le regole anti-Covid come fanno gli italiani, e che chi non ha diritto di restare in Italia deve essere rimpatriato in fretta.

Una conversione alla linea sovranista cui gli alleati del Pd rispondono rispolverando lo ius soli. Con il premier Conte in mezzo che non sa quale linea perseguire e con un ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che appare sempre più fragile e inefficace.

Scrive Il Giornale che Di Maio fa tutto questo perché vuole rilanciarsi come ministro degli Interni, sfilando agli avversari della destra il loro tema principe e restituendo smalto alla competizione con Giuseppe Conte.

“L’ambizione – scrive Il Giornale – non troppo mascherata, dell’ex leader grillino sarebbe quella di ottenere la guida del Viminale in un rimpasto post-elezioni regionali. Un ruolo che rilancerebbe la leadership del titolare della Farnesina. E che gli consentirebbe di giocare una partita all’attacco su un terreno ostico per gli alleati (mai amati) del Pd. I calcoli del ministro degli Esteri si scontrano con dubbi e timori degli alleati. Conte, che vede in Di Maio ormai un competitor sia nel Movimento che nel governo, sarebbe anche favorevole al trasloco dalla Farnesina al Viminale: sarebbe il prezzo da pagare per far terminare la guerra fredda tra i due”.

Un’analisi, quella del Giornale, che deve avere toccato corde sensibili. Infatti lo staff di Di Maio si affretta a smentire. “Smentiamo categoricamente ogni parola e ricostruzione riportata oggi nell’articolo del Giornale”. E ancora : “Quanto scritto dal giornalista è del tutto falso e frutto della sua personale fantasia, tanto da non aver ritenuto necessario chiedere neanche conferma delle sue supposizioni allo staff del ministro stesso. Al contempo, smentiamo ogni interpretazione fuorviante fornita da alcuni organi di stampa secondo cui l’attenzione del ministro Di Maio verso gli sbarchi dalla Tunisia sia da leggere in contrapposizione al presidente del Consiglio”.

Che quelle di Di Maio siano tutte chiacchiere per acquisire visibilità e uscire dalla palude lo pensa anche Matteo Salvini che attacca:  “Rimpatri veloci e interventi contro le imbarcazioni dei trafficanti: nell’assordante silenzio del premier e della Lamorgese, le proposte di Di Maio contro l’immigrazione clandestina sono tardive e già previste dai Decreti Sicurezza, gli stessi che la maggioranza vuole cancellare. Basta applicare le norme esistenti”.

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