By Gaetano Daniele
Quando in politica si tocca il fondo, per riemergere si corre il rischio di affogare prima del tempo, e Luigi Di Maio questo lo sa bene. Difatti, dopo le sue dimissioni da capo politico del M5s, pur di riconquistare il suo pubblico, si gioca il jolly della piazza contro i poteri forti. E attraverso i Social lancia la protesta contro i vitalizi e contro chi vuole impedire le proposte portate avanti dai 5 Stelle. Solo quelle di comodo però.
Di Maio contro Di Maio. Di Maio contro la sua stessa maggioranza di governo. Di Maio ha paura e ci riprova. Ma ormai è troppo tardi: “Scenderemo in piazza il 15 febbraio contro il tentativo di reintrodurre i vitalizi. Scenderemo in piazza ogni volta che qualcuno cercherà di far rientrare dalla finestra quei privilegi che abbiamo tolto”.
Insomma, Di Maio come Balotelli, si toglie la maglia e caccia la tartaruga cercando di impressionare con le chiacchiere chi gli ha girato le spalle. Ma dimentica che con quei poteri forti si è alleato, da Renzi a Boschi al PD, contro la volontà delle piazze che oggi invoca.
Purtroppo, caro Gogino, le piazze non sono un telecomando dove si accendono e spengono a proprio piacimento. I muscoli, se li avevi, dovevi cacciarli prima di allearti con il PD, ora è tardi.