Def: il Senato approva con 112 voti a favore

Al Senato la nuova relazione sullo scostamento di bilancio, collegata al Def, supera la prova del quorum e viene approvata a maggioranza assoluta. I voti favorevoli sono stati 112 e 57 contrari. In mattinata l’Aula della Camera aveva approvato, a maggioranza qualificata, la risoluzione di maggioranza sullo scostamento del pareggio di bilancio.”Lo scivolone di ieri è assolutamente grave e disdicevole ma la notizia vera è che l’economia italiana vola da quando c’è il governo Meloni”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, risponde ai cronisti in Senato, dopo lo stop di ieri alla Camera allo scostamento al Def

Anche il premier viene sollecitata sull’inciampo alla Camera avvenuto mentre era a Londra a colloquio con il premier Sunak. Cambiare i sottosegretari per evitare incidenti come quello di ieri sul Def? “No- risponde Meloni a margine del suo intervento all’ambasciata italiana a Londra. “Credo semplicemente che dobbiamo fare i conti con il fatto che il taglio dei parlamentari incide: perché il doppio incarico rende più facile che in Aula manchino i numeri. Credo soprattutto che bisogna parlare con i capigruppo e trovare un modo per garantire che si riesca a fare il doppio lavoro. Lavorando anche di più se necessario”. Quanto accaduto “purtroppo riguarda tutti. Ma non prevedo ipotesi di sostituzioni di doppi incarichi. Credo che il governo stia lavorando bene e non è nelle mie intenzioni adesso assolutamente rivedere qualcosa. Bisogna però garantire i numeri” precisa il premier. Sull’incidente che ha visto venire giù la maggioranza, “insisto: non ci vedo un segnale politico, è stata una svista. Ho fatto tanti anni in Parlamento, può succedere. Ma non deve accadere più”, è categorica sul punto.

“Al Senato non ho visto nessuna scivolata. Io parlo solo del Senato. Politicamente sono molto orgoglioso della capacità del Senato”. Risponde così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ai giornalisti che a Palazzo Madama gli chiedono ancora se lo ‘scivolone’ di ieri alla Camera della maggioranza sullo scostamento di bilancio può dirsi superato. Il presidente di Palazzo Madama è categorico, ma anche provato per la scomparsa di Andrea Augello, che ha ricordato chiedendo un minuto di silenzio all’aula.

“Un inedito nella storia recente del nostro Parlamento”, sibila il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. Ci rimane male che la pratica Def sia stata immediatamente sanata dalla due Camere. Pertanto non gli resta altro che rivangare la bagarre di stamane alla Camera, polemizzando nuovamente con Foti, capogruppo di FdI, accusato ingiustamente di volere contestare contestare le regole democratiche. Al Pd non resta altro che la rissa e l’Aventino, invocato dalla Schlein che tra una consulenza sui colori e l’altra ha trovato modo di annunciare la grande “mossa”: scappare.  “Non partecipiamo al voto” all’elezione dei membri delle magistrature speciali – dice-  “perché avevamo posto da settimane due questioni di principio fondamentali” ma “la maggioranza ha tirato dritto”.

Interviene sulla questione dell’”inciampo” anche il vice presidente della Camera Fabio Rampelli: “Chiediamo scusa agli italiani per la disattenzione di giovedì. Fermo restando che la maggioranza non è stata mai battuta: sullo scostamento di bilancio ci sono stati solo 19 voti contrari e 195 favorevoli. Abbiamo solo mancato il numero che avrebbe validato la netta prevalenza”. E ha chiuso la questione: “”Il presidente Meloni”, osserva Rampelli, “sta facendo un lavoro straordinario. Non si dà pace, non conosce sabato e domenica, ha girato mezzo mondo; aprendo mille fronti non solo in Europa, ma negli Stati del nord Africa per tentare di comporre un quadro d’ordine nel Mediterraneo”. ” La sua maggioranza deve essere all’altezza, per lavoro sviluppato e per responsabilità – precisa- . Al posto suo sarei seccato. Tuttavia corre l’obbligo di ricordare che, a parti invertite quando eravamo all’opposizione, noi votavamo a favore degli scostamenti – da non confondersi con il Def – perché quegli investimenti servivano agli italiani, non ai governi”.

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