Decreto migranti: sui richiedenti asilo nuove procedure. Espulsione immediata per i violenti

Sono due gli emendamenti del governo al decreto migranti, arrivati in Commissione Affari costituzionali del Senato. La Commissione tornerà a riunirsi nuovamente lunedì alle 12. E resta fissato per martedì 18 l’arrivo in Aula a Palazzo Madama: si conferma quindi la possibilità, già emersa nei giorni scorsi, che il provvedimento arrivi in Aula senza relatore.

Misure per potenziare il sistema logistico di prima accoglienza: questo prevede uno degli emendamenti del governo. In particolare si estendono le procedure in deroga, previste dal decreto per i Cpr, per la realizzazione “sollecita” di hotspot e centri di prima accoglienza.

Anche per quanto riguarda i richiedenti protezione internazionale, fino alla decisione definitiva sulla domanda di protezione, si cambia in modo netto. Saranno accolti nei centri di accoglienza governativi e non più nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali. Nel Sai potranno essere accolti solo i migranti che fanno ingresso in Italia in attuazione di protocolli per la realizzazione di corridoi umanitari, nonché nel programma nazionale di reinsediamento, poiché in entrambi i casi, si spiega nella relazione tecnica, si tratterebbe di richiedenti che hanno già ottenuto un primo semaforo verde sugli adempimenti preliminari alla definizione della loro posizione giuridica.

Unica eccezione rispetto ai richiedenti protezione internazionale, “nel limite dei posti disponibili”, i richiedenti che appartengono a categorie vulnerabili (come donne in stato di gravidanza, anziani, persone affette da gravi malattie o disturbi mentali, disabili): anche loro potranno accedere al Sai.

Previsto inoltre un irrigidimento sulle norme di revoca delle misure di accoglienza nei confronti del richiedente che si è reso responsabile di gravi violazioni delle regole nel centro di accoglienza o di comportameti violenti. Non solo, la revoca e le misure limitative saranno applicate anche nel caso in cui le condotte illecite fossero tenute al di fuori del centro di accoglienza, tenuto conto della situazione personale del richiedente la protezione.

Da Lampedusa un traghetto giornaliero per decongestionare l’isola

Un collegamento marittimo in più, rispetto al traghetto di linea, per garantire il trasferimento stimato di almeno 400 migranti al giorno da Lampedusa a un porto della Sicilia meridionale, per un totale di 2800 persone a settimana e che comporti un onere totale di 8.820.000 euro per il 2023. E’ quanto prevede un emendamento al decreto migranti proposto dal governo e depositato al Senato. In sostanza, “per assicurare adeguati livelli di accoglienza” negli hotspot – si legge nell’emendamento – il ministero dell’Interno è autorizzato a stipulare contratti con aziende di trasporto marittimo, in deroga alle norme sui contratti pubblici.

«Penso che la narrazione di chi ancora non ha in mano il decreto Cutro perché si sta discutendo in questi giorni gli emendamenti al Senato – dice il sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro appartenga a quelle persone che diranno di no sempre e comunque. Il decreto Cutro non sarà sicuramente la panacea ma sarà il mettere in campo quelle piccole importanti norme che a questo Paese servono. Accogliere tutti non è possibile, dobbiamo aprire flussi regolari e sicuri, garantire ai migranti che la solidarietà, oltre che l’accoglienza, non sia come quella che abbiamo trovato nei centri che abbiamo ereditato da qualche governo e che non possono avere spazio per quell’umanità di cui qualcuno professa di essere il maggiore interprete e testimone”. Wanda Ferro ha anche sostenuto che tra gli interventi previsti ci sarà anche l’aumento di personale. “E’ quello che abbiamo messo in piedi – ha detto – anche nelle nuove assunzioni che dovranno partire in tempi molto brevi che riguarderanno tutti i corpi e forze di soccorso perché riteniamo che già di per sé erano sguarniti molti organici”.

Massimiliano Romeo, sull’andamento dei lavori sul decreto Cutro in commissione affari costituzionali del Senato, vede come  “scenario più probabile che la commissione visto l’ostruzionismo delle opposizioni” non potrà completare l’esame delle proposte di modifica e a quel punto gli emendamenti “sia nostri che del governo” verranno ripresentati per l’Aula. “L’accordo c’è ed è blindato – puntualizza Romeo – i nostri sono accantonati perché aspettiamo che arrivino quelli del governo” così “dove interviene il governo” bene, “dove invece non interviene potremmo mantenerli”.

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