Decreto lavoro, da luglio buste paga più ricche

Le prime conseguenze del decreto lavoro in busta paga si potranno vedere a partire da luglio: un mese in cui grazie al taglio del cuneo fiscale, all’arrivo della quattordicesima, nel caso in cui sia prevista dal proprio contratto, e ai rimborsi Irpef, il compenso potrebbe in qualche caso letteralmente raddoppiare.

Proprio da luglio saranno infatti rimodulate le regole di calcolo dello stipendio netto dal lordo: per i dipendenti con retribuzione mensile lorda entro i 2.692 euro è previsto infatti il taglio della quota contributiva a proprio carico di un ulteriore 4%.

Stante quanto determinato dall’articolo 34 del decreto lavoro,”per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell’esonero, stabilita dal primo periodo in due punti percentuali” è elevata a sette punti percentuali per i redditi fino a 25mila euro lordi annui e a sei punti percentuali per quelli aldilà di questa soglia ma entro i 35mila euro lordi annui. Da luglio 2023, in virtù di questo taglio ulteriore della quota contributiva, la riduzione raggiungerà quindi il 7% per gli stipendi mensili lordi entro i 1.923 euro e il 6% per i compensi fino a 2.692 euro.

Questa misura determinerà aumenti in busta paga per le varie fasce incluse nel range indicato dal decreto lavoro. Per coloro che, ad esempio, guadagnano 1.000 euro al mese ci sarà un risparmio di 70 euro. Chi incassa 1.500 euro mensili potrà arrivare fino a 105 euro, mentre per i lavoratori che percepiscono 2.000 euro il risparmio salirà fino a 120 euro complessivi. I dipendenti che portano a casa stipendi da 2.500 euro beneficeranno invece di un taglio da 150 euro al mese.

Tale risparmio non si tradurrà con un risparmio totale sull’importo netto: il taglio dei contributi, infatti, ha come conseguenza l’incremento della base imponibile su cui viene calcolata l’Irpef, per cui di conseguenza aumenterà anche l’imposta sul reddito da versare.

Laddove sia previsto dal proprio contratto, la quattordicesima è un’altra voce che a luglio andrà a rendere ulteriormente più cospicua la busta paga: tale misura, infatti prevede il pagamento di una mensilità aggiuntiva pari a quella dell’ultima retribuzione, purché si sia lavorato per 12 mesi nell’ultimo anno. Se questa condizione non fosse rispettata, il calcolo verrebbe invece effettuato tenendo conto solo delle mensilità effettivamente lavorate.

Alcuni lavoratori a luglio riceveranno anche, qualora sia previsto, i rimborsi Irpef. Li riceveranno i dipendenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza del 31 maggio 2023. Se nel 730 risulta un credito Irpef, il suo pagamento dovrà essere anticipato in busta paga dal proprio datore di lavoro.

Alcuni potranno incassare fino a 1.200 euro in più, se nel 2022, pur avendone diritto, non hanno fruito del trattamento integrativo da 100 euro.

Pubblicato da edizioni24

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