De Luca distrugge il M5S: “Ininfluenti, lunedì c’erano più dirigenti che voti”

Vincenzo De Luca prova a mettere cappello sulla vittoria di Gaetano Manfredi a Napoli e a intestarsi il lancio di un percorso riformista per i giallorossi. Sparando ad alzo zero sia sul Pd sia sul M5S. Durissimo con entrambi, De Luca è partito dai numeri per affermare che i primi sono avvezzi a «dire idiozie» e i secondi sono irrilevanti. In questo vuoto pneumatico, va da sé, lui sarebbe il motore che ha dato forma alla vittoria napoletana.

Analizzando il voto nell’ambito del festival “Lezioni di storia”, il governatore della Campania ha detto che «giusto per ricordare i numeri, siccome qualche esponente del Pd che è abituato a dire idiozie non ha perso l’abitudine e dice che Napoli è la città più di sinistra d’Italia, a Napoli il Pd è il 12,2%. Se aggiungiamo il 9% delle Cinque Stelle siamo al 22-23%, questo è». De Luca, quindi, ha rincarato la dose: «La sinistra qui è il 22%, per arrivare al 62% manca un po’ più di qualcosa. Manca tutto un fronte moderato, civico, che rappresenta la gran parte del voto sul candidato sindaco che è risultato vincente».

A Napoli, ha proseguito, «è stata scelta la linea della Regione, cioè partire da quella che era la coalizione regionale, aggiungendo i 5 Stelle, che non sono determinanti né qui, né meno che mai in Italia». Insomma, De Luca si vuole intestare il merito del risultato di Manfredi. Ma non sembra che sia disposto a fermarsi lì. Dopo aver detto, infatti, che sono irrilevanti e che a commentare i risultati del voto «lunedì sera a Napoli avevamo più dirigenti dei 5 stelle che voti dei 5 stelle», il governatore campano si è lanciato in un elogio del cambiamento dei pentastellati a livello nazionale, auspicando la nascita di «una forza riformista» di «respiro europeo». «È importante che siano cambiati e che siano impegnati in un percorso di evoluzione», lodando in particolare Roberto Fico e Luigi Di Maio, ma liquidando malamente Giuseppe Conte la cui visita a Napoli lunedì sera come «una conferma dell’attrattività turistica che ha la Campania».

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