Ddl Zan, Renzi spina nel fianco di Pd e M5s: modifichiamolo

Italia Viva vuole modifiche al ddl Zan seguendo le indicazioni del Vaticano. Una mossa – esplicitata con la presentazione nei giorni scorsi di 4 emendamenti – che ha mandato su tutte le furie la sinistra. Il Pd in particolare si è trincerato dietro la linea del “non dialogo”: il ddl Zan deve essere votato così com’è, senza cambiamenti. I dem e i 5Stelle hanno definito “irricevibili” le modifiche di Italia Viva.

Il centrodestra accoglie invece con favore i bastoni tra le ruote che i renziani hanno messo al già traballante carrozzone della legge. Che stavolta rischia davvero di arenarsi. Le proposte che il partito di Renzi avanza riguardano i punti più controversi del testo: via l’articolo 1 con la discussa definizione di identità di genere, via l’articolo 4 per salvaguardare il pluralismo delle idee e inserire un richiamo all’autonomia scolastica per impedire che la giornata contro l’omotransfobia si trasformi in propaganda gender nelle scuole.

Da Laura Boldrini a Monica Cirinnà, nel Pd è tutta un’invettiva contro Italia Viva che vorrebbe affossare la legge. I renziani consigliano i fanatici del ddl Zan di venire a patti, perché altrimenti mancano i numeri per l’approvazione: “È più importante – dice Marco Di Maio, vicecapogruppo di Iv alla Camera –  approvare davvero una legge contro omofobia e discriminazioni o approvare il ddl Zan? Se l’obiettivo è il primo, va detto che il ddl Zan così com’è, al Senato non ha i numeri; mentre con le modifiche proposte, potremmo avere a breve una legge. Il punto è questo”. Non solo ma fanno anche notare che le loro proposte riprendono il testo di Scalfarotto contro l’omotransfobia che anche lo stesso Alessandro Zan aveva sottoscritto nel 2018.

Anche l’azzurra Licia Ronzulli, che assieme a Salvini ha presentato un testo alternativo sull’omofobia che i dem non hanno voluto neanche prendere in considerazione, se la prende con chi fa le barricate su un testo che si vuole imporre a scatola chiusa. “Basta con la falsa narrazione secondo la quale chi vuole modifiche al ddl Zan vorrebbe affossare l’approvazione di una legge contro l’omofobia. Proporre modifiche migliorative a qualsiasi provvedimento fa parte dell’attività dei parlamentari, è non solo un diritto, ma anche un dovere verso i propri elettori. Forse è proprio questo il motivo che spinge, per l’ennesima volta, sinistra e Movimento 5 Stelle a forzare la mano su un testo divisivo”. “Vogliono – conclude – un prodotto con il loro marchio da potersi rivendere e non una buona legge”.

Una legge, avverte il capogruppo di Iv al Senato Davide Faraone, deve essere scritta bene, non fare propaganda.  “Ho il dubbio – aggiunge – che questo concetto non sia condiviso da alcuni promotori, che pensano che al testo si debba affidare invece una finalità propagandistica, ciò che normalmente si affida ad un manifesto, non ad un articolato normativo da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica”. “Questo intento propagandistico – si legge nel post di Faraone – oltre che in un testo confuso ed inefficace può sfociare anche in un metodo infantile e regressivo ma poco fattuale che spinga a trovare molta più soddisfazione nel “battersi fino alla morte”, anche se poi la legge non passa sotto i colpi dei voti segreti in Senato, che nell’approvare la legge stessa. Pensiamo a chi ogni giorno subisce discriminazioni, non a chi deve fare le rivoluzioni “muscoli e like”.

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